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Precauzioni

Coronavirus, strette di mano e abbracci al bando: nuove regole presto in un decreto

Il vecchio decreto scade domenica 8 marzo, ma il nuovo regolamento potrebbe essere adottato anche prima, ovvero nelle prossime 24 ore.

Il Comitato tecnico scientifico, voluto dal premier Giuseppe Conte, ha presentato una serie di proposte e raccomandazioni per integrare il decreto dello scorso 1 marzo, misure per fronteggiare l’epidemia da coronavirus che riguarderanno tutto il Paese per un mese, con una rivalutazione tra due settimane aggiungendone di nuove o, al contrario, alleggerendone la portata. Il vecchio decreto scade domenica 8 marzo, ma il nuovo regolamento potrebbe essere adottato anche prima, ovvero nelle prossime 24 ore.

Tra le nuove regole c’è quella di evitare per 30 giorni manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Lo sport, quindi, si dovrebbe poter disputare ma a porte chiuse.

Stop a convegni e congressi, specie di quelli che riguardano il personale sanitario e dei servizi di pubblica utilità.

È invitato a rimanere a casa, evitando contatti e vita sociale, anche chi ha solo qualche linea di febbre e non è mai stato nelle zone a rischio contagio o non è mai entrato in contatto con possibili positivi.

Le persone che hanno oltre 75 anni e quelle che ne hanno più di 65 e sono ammalate sono invitate a non frequentare luoghi affollati.

Viene inoltre raccomandato a tutti di evitare, quando possibile, abbracci e strette di mano, e di mantenere la distanza di un metro dalle altre persone.

L’elenco prosegue con l’invito a “evitare scambi di bottiglie, bicchieri in particolare durante attività sportive” e “richiede ai Comuni, agli enti territoriali, alle associazioni culturali, associazioni sportive, al mondo della comunicazione di offrire attività ricreative individuali alternative, che promuovano e favoriscano le attività all’aperto (senza assembramento)” o” presso il proprio domicilio”. C

C’è anche l’ipotesi di limitare la permanenza dei parenti di ammalati nelle sale di aspetto dei pronto soccorso e le visite dei familiari degli anziani ospiti nelle case di riposo.

 

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