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All'angelus

Papa Francesco tossisce: “Niente spinge a diagnosticare altro che una lieve indisposizione”.

L'indisposizione lo costringe a rinunciare a diversi appuntamenti, come spiega all’Angelus del 1° marzo in piazza San Pietro, quando il coronavirus tiene lontani molti fedeli.

Papa Francesco non è ad Ariccia nella casa “Divin maestro” dei Paolini con la Curia per gli esercizi spirituali predicati dal gesuita Pietro Bovati (1°-7 marzo 2020). Un’indisposizione lo costringe a rinunciare a diversi appuntamenti, come spiega all’Angelus del 1° marzo in piazza San Pietro, quando il coronavirus tiene lontani molti fedeli. Il Papa fra alcuni colpi di tosse ricorda che “la tentazione è il tentativo di percorrere vie alternative a quelle di Dio” e che “con il diavolo non si dialoga”.

Ricorda i tantissimi migranti che chiedono rifugio nel mondo, “uomini, donne, bambini cacciati via a causa della guerra”. Il pensiero corre agli ottantamila che Erdogan, il déspota di Ankara, scaraventa in Europa.

Confida il Pontefice: “Mi unisco spiritualmente alla Curia e a tutte le persone che stanno vivendo momenti di preghiera, facendo gli esercizi spirituali a casa”. Da quando è indisposto, celebra la Messa del mattino e saluta i partecipanti a “Casa Santa Marta”, dove avvengono gli incontri in agenda, ma rinvia le udienze ufficiali.

Interpellato dall’Ansa sul fatto che alcuni giornali stranieri accostino l’indisposizione al coronavirus, il portavoce vaticano Matteo Bruni dichiara: “Non c’è alcuna evidenza che spinga a diagnosticare altro che una lieve indisposizione”.

Mercoledì 26 febbraio tiene l’udienza generale e presiede la celebrazione delle Ceneri ma il 27 non partecipa alla liturgia penitenziale in San Giovanni in Laterano con il clero di Roma: il discorso è letto dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Riceve i membri del “Global Catholic Climate Movement”, accompagnati dal cardinale filippino Luis Antonio Gokim Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Il movimento collabora con la Chiesa per la tutela della “Casa comune”, ispirato all’enciclica “Laudato si’” (24 maggio 2015).

Il santuario di Lourdes chiude le piscine e sorveglia i pellegrinaggi per evitare il contagio. in ottemperanza al divieto dei raduni con più di 5 mila persone. Con 6 milioni di pellegrini all’anno, Lourdes è il terzo santuario al mondo per affluenza dopo Guadalupe in Messico (20 milioni) e Aparecida in Brasile (8 milioni).

“Convertiamoci a un dialogo aperto e sincero con il Signore” esorta il Papa nel messaggio per la Quaresima 2020 “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Corinzi, 5,20). Il fatto che “il Signore ci offra un tempo favorevole alla conversione deve scuoterci dal torpore. La Quaresima può aiutarci nel cambiamento di rotta”. Definisce “appassionata” la volontà di Dio di “far ricadere” su Gesù i nostri peccati, fino a “mettere Dio contro Dio” come scrisse Benedetto XVI nella “Deus caritas est” (25 dicembre 2005).

Francesco invita a “lasciarci coinvolgere dal dinamismo spirituale” della redenzione: “La gioia del cristiano scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della buona notizia della morte e risurrezione di Cristo”. Se, invece, si ascolta la voce suadente del diavolo, “padre della menzogna”, si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già sulla terra. Aggiunge: la Pasqua è sempre attuale e «permette di guardare e toccare la carne di Cristo in tanti sofferenti: non lasciamo passare invano questo tempo di grazia». Mettere la Pasqua al centro della vita significa “sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria”.

La condivisione nella carità rende l’uomo più umano. “Accumulare le ricchezze rischia di abbrutirlo, chiudendolo nell’egoismo. Possiamo e dobbiamo considerare le dimensioni strutturali dell’economia”. Per questo ha convocato in Quaresima, il 26-28 marzo 2020 ad Assisi, l’incontro tra giovani economisti, imprenditori e produttori di cambiamento (change-makers) per occuparsi dell’economia “con spirito evangelico, lo spirito delle beatitudini”.

È l’incontro “Economy of Francesco” che “deve condurci fare un ‘patto’ per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”. Perché Assisi? “Non c’è città è più idonea. Qui Francesco si spogliò di ogni mondanità per scegliere Dio come stella polare della vita, facendosi povero con i poveri, fratello universale. Dalla sua scelta di povertà scaturì anche una visione dell’economia che è attualissima”.

Il Papa parla ai giovani “perché, con il vostro desiderio di un avvenire bello e gioioso, siete già profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente”. Ma tutti “siamo chiamati a rivedere i nostri schemi mentali e morali, perché siano più conformi ai comandamenti di Dio e alle esigenze del bene comune”.

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