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Confcooperative Bergamo

La rubrica

La cooperazione orobica: su Bergamonews nuova rubrica dedicata a Confcooperative

Uno spazio dedicato alla comunicazione e all’informazione sia verso le imprese associate sia verso l’intera comunità dei nostri territori

Si è aperto il nuovo anno e si apre il secondo decennio degli anni 2000 e Confcooperative Bergamo per proseguire il suo impegno per rappresentare al meglio le cooperative che ne fanno parte ha deciso di investire di più nella comunicazione e nell’informazione sia verso le imprese associate, sia verso l’intera comunità economica e sociale dei nostri territori.

Per questo abbiamo deciso di aprire questa pagina in collaborazione con Bergamo News, la testata che da molti anni contribuisce all’informazione nel nostro territorio. Si tratta di un lavoro importante e impegnativo, ma siamo convinti ci aiuterà ad essere sempre più presenti nel dibattito pubblico che anima le nostre comunità.

Le cooperative, come tutte le altre imprese, vivono una stagione di profonda trasformazione: la domanda di innovazione è così pervasiva che a volte ci può lasciare smarriti. Anche per questo una corretta informazione e una comunicazione che sappia mettere in luce il lavoro che tante cooperative svolgono quotidianamente sia indispensabile anche per contrastare quei fenomeni di distorsione e inquinamento che le troppe false cooperative determinano nella percezione che di questa forma d’impresa ha l’opinione pubblica.

Vogliamo per questo impegnarci a dare una informazione basata sui fatti, capace di raccontare quanto di bello e di buono (ed è molto) che le cooperative autentiche hanno prodotto e producono nel nostro contesto economico e sociale. Lo faremo anche avvalendoci della documentazione e delle ricerche che in questi anni abbiamo realizzato in collaborazione con l’Università di Bergamo e con altri centri di ricerca.

Questo spazio vorrebbe anche essere occasione per dialogare con gli interlocutori economici ed istituzionali del territorio, anche per richiamare ciascuno alle proprie responsabilità, infatti in molti casi al deterioramento della qualità delle imprese cooperative che operano sui mercati, compreso il mercato della pubblica amministrazione gestito mediante la forma degli appalti, contribuiscono pesantemente gli atteggiamenti speculativi e di continua ricerca di una riduzione del costo del lavoro che imprese e pubbliche amministrazioni, che affidano lavori i e servizi alle cooperative, praticano ancora troppo disinvoltamente.

Troppo comodo infatti appare il gioco di molti a scaricare responsabilità e colpe genericamente sulle “cooperative” omettendo di specificare che magari proprio per risparmiare qualche euro costringono ad una concorrenza feroce e senza scrupoli, quasi sempre giocata esclusivamente sul costo del lavoro, chi vuole aggiudicarsi un servizio.

In questi atteggiamenti sono da ricercare le cause per le quali, nel settore trasporti e logistica, vi sono lavoratori sotto pagati e assunti da cooperative che utilizzando strumentalmente la normativa sul socio lavoratore, trasformano i soci in prestatori di manodopera privi di diritti e solo apparentemente ed in modo formale chiamati, una volta all’anno, a partecipare alle decisioni in assemblee poco partecipate dove in sostanza non hanno potere alcuno. Quegli imprenditori che, affidando a queste false cooperative lavori e servizi riescono a risparmiare sui costi e quindi ad aumentare i loro ricavi, non possono sentirsi sollevati dalla responsabilità di contribuire ad intossicare il mercato del lavoro.

Ma vale lo stesso per quelle Amministrazioni Pubbliche che agiscono in modo similare e pretendono di ottenere, da cooperative senza scrupoli, prestazioni professionali da Laureati (spesso educatori o assistenti) oppure da operatori sanitari qualificati (ASA, OSS, TdR) con appalti che valutano prioritariamente l’economicità dell’offerta economica per prestazione oraria.

Per questo serve informare e far crescere consapevolezza e conoscenza fra tutti, anche fra noi comuni consumatori, che quando acquistiamo merce al supermercato, attratti dalle campagne sconti sul “sottoprezzo” dobbiamo cominciare a chiederci: chi copre la differenza? La risposta in fondo è semplice e ciascuno di noi la conosce: la pagano quasi sempre le due parti deboli della catena di valore, gli operatori di base (pensiamo a chi raccoglie frutta e verdura) e gli operatori della logistica (fino ad arrivare al fenomeno dei ciclo-fattorini).

Certo non abbiamo né la pretesa né l’illusione di cambiare noi da soli il mercato o di modificare le politiche generali, ma certamente vogliamo contribuire a informare e rendere più noti alcuni meccanismi che in questi anni sono stati utilizzati per mettere in cattiva luce le cooperative, in modo indifferenziato, senza fare distinzioni tra buone e cattive imprese.

Vorremmo inoltre rimettere in evidenza il fatto che la principale caratteristica delle imprese cooperative è quella di muoversi con traiettorie di sviluppo e di crescita che sono molto più lente, soprattutto se comparate alle tumultuose evoluzioni delle “start-up” del digitale, i cosiddetti Unicorni, che esplodono con ritmi di crescita esponenziali.  L’andamento lento spesso si accompagna però ad una maggiore resistenza e durata nel tempo e questo rende le imprese cooperative, imprese della “sostenibilità” poiché contemplano un modello di crescita che sa essere al tempo stesso solidale ed inclusivo. I dati più evidenti da questo punto di vista si trovano nel comportamento delle cooperative rispetto all’occupazione, che è in costante crescita anche durante i periodi di crisi.

 

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