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La psicologa

Coronavirus spiegato ai bimbi: “Il non detto li spaventa, raccontiamolo con una favola”

"Come gli adulti, conoscendo un potenziale pericolo possono prepararsi ad affrontarlo con più calma"

Sono giorni che non si parla d’altro, tra scuole chiuse, allenamenti sospesi, supermercati svuotati… Si respira un clima teso. E anche i bambini si staranno chiedendo cosa stia succedendo. La domanda sorge quasi spontanea: che cosa fare? Parlarne apertamente o nascondere tutto per non spaventare? Al dubbio prova a rispondere Eleonora Tischer, giovane psicologa a Gorle, che sulla sua pagina Facebook dà qualche consiglio. Partendo da una convinzione: “Il ‘non detto’ spaventa molto di più un bambino rispetto alla spiegazione dei fatti, per quanto possano essere di per sé allarmanti. Come gli adulti, anche i bambini conoscendo un potenziale pericolo possono prepararsi ad affrontarlo con più calma”. E “come gli adulti, anche i bambini tendono ad ingigantire la gravità di ciò che non viene apertamente raccontato, proprio perché colgono quell’alone di paura che si cerca goffamente di mascherare con il silenzio”.

Qualche consiglio pratico: “Trovate un posto tranquillo in casa e chiedete a vostro figlio se è arrabbiato o preoccupato”. Vuoi perché è stata annullata l’unica gita dell’anno o la partita più attesa della stagione. “Cercate con lui delle soluzioni che possano aiutarlo ad accettare al meglio la situazione (“potremmo organizzare noi una gita con alcuni tuoi compagni, dove ti piacerebbe andare? con chi?” “le partite saranno sicuramente recuperate tra qualche giorno, avrai più tempo per allenarti!”). Spiegate che avere paura è normale e che anche i grandi possono essere spaventati: la paura è quell’emozione che serve a difenderci da tutto ciò che non conosciamo e che potrebbe essere pericoloso, proprio come questo nuovo virus. In questi giorni stiamo in casa proprio per poterlo conoscere meglio e sconfiggerlo più in fretta”.

UNA STORIA DA RACCONTARE AI BIMBI

Potete anche spiegare cos’è un virus e come sconfiggerlo attraverso una storia. “Io ho inventato questa, spero possa essere utile”, scrive la psicologa.

Coronavirus è un esserino minuscolo, invisibile ad occhio nudo, e per questo molto arrabbiato: è stufo di sentirsi il più piccolo e vuole che tutti facciano quello che vuole lui. Come tutti i virus, vuole creare un intero esercito di esserini uguali a lui, ma non riesce a riprodursi da solo: per questo si intrufola nelle cellule del corpo delle persone e ne prende il comando obbligandole a fabbricare moltissime copie di se stesso. Impiegate in questo duro lavoro, le cellule sono costrette a smettere di fare ciò per cui sono nate, come farci respirare bene o digerire quello che mangiamo. Ecco perché quando prendiamo l’influenza stiamo male.

CoronaVirus non è mai soddisfatto e, sottomessa una cellula, ne vuole conquistare subito un’altra, meglio ancora se di persone diverse. Ma come fa lui, così piccolo, ad entrare nel corpo di più persone? Te lo spiego subito: quel cattivone ha escogitato un sistema molto ingegnoso. Prima si nasconde all’interno di una gocciolina di saliva o in una caccolina di naso (una cosa bisogna concedergliela, Coronavirus non è uno schizzinoso), poi irrita a tal punto le cellule del naso e della gola di una persona che questa inizia a tossire e starnutire per buttarlo fuori. E’ così che il naso e la bocca della povera persona malata diventano vere e proprie piattaforme di lancio attraverso cui le piccole goccioline prendono il volo per scagliarsi addosso a qualcun altro.

Per questo per ora è meglio se non frequentiamo molte persone, se ci laviamo spesso le mani e se tossiamo/starnutiamo nell’incavo del gomito per non sporcare le mani, così impediamo a Coronavirus di mettere in atto il suo malefico piano!

E chi invece è già stato contagiato?, mi chiederai… Beh, fortunatamente tutti noi abbiamo un intero esercito di cellule-soldato, i globuli bianchi, che sono in grado di riconoscere e sconfiggere i virus in tanti modi diversi. Uno di questi è facendo alzare la temperatura del corpo, facendoci venire la febbre. Si, perché i virus non riescono ad entrare nelle cellule che scottano e quindi non riescono a trasformarle in fabbriche dove creare i loro cloni. Inoltre la febbre consente ai globuli bianchi di arrivare più in fretta e di distruggere le fabbriche prima che queste producano le copie dei virus. Quando anche l’ultima fabbrica-virus viene distrutta, la febbre passa e con lei anche tosse e starnuti.

Altri globuli bianchi attaccano un segnalino sulle cellule infettate, perché siano più riconoscibili da una speciale squadra di loro colleghi soldati, i linfociti T, che hanno il compito di distruggerle. Altre cellule soldato, le più cicciottelle, vanno invece ghiotte di virus e se ne fanno grandi scorpacciate! E sai chi ha più soldati di tutti? Proprio i bambini.

Coronavirus è un prepotente, ma noi siamo più forti e più intelligenti, ormai abbiamo scoperto le sue mosse e se ci aiutiamo tra noi possiamo sconfiggerlo esattamente come abbiamo sconfitto tutti gli altri virus degli anni passati.Presto torneremo a giocare e ad andare al cinema, perché non farà più paura a nessuno.

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