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Lombardia e bergamo

Metalmeccanica in crisi “Dazi, Brexit e Coronavirus rischiano di colpire forte”

I dati principali del tradizionale “censimento della crisi” che Fim Cisl Lombardia elabora ogni sei mesi: bergamo tra i territori maggiormente colpiti

Sono stati elaborati i dati principali del tradizionale “censimento della crisi” che Fim Cisl Lombardia aggiorna ogni sei mesi.

Nel 2° semestre 2019 sono state colpite dalla crisi 381 aziende metalmeccaniche (375 nel semestre precedente) e 16.885 lavoratori (16.502 nel periodo precedente).

Aumenta il numero delle imprese coinvolte dalla cassa integrazione ordinaria, 352 aziende rispetto alle 316 del semestre precedente e aumenta il numero di lavoratori coinvolti (15.343 contro i 12.656 del semestre precedente). Resta sostanzialmente costante il numero delle imprese che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione straordinaria, utilizzata da 23 aziende (25 nel semestre precedente) ma si dimezza il numero di lavoratori coinvolti che scende a quota 1.359 (2.620 nel semestre precedente). Si riduce fortemente il ricorso alla mobilità che scende a quota 9 aziende (34 nel semestre precedente) facendo precipitare il numero dei licenziamenti a 183 (1.226 nel semestre precedente).

Per Bergamo, il censimento riporta 29 aziende coinvolte negli ultimi sei mesi del 2019, con quasi 3000 dipendenti coinvolti in ammortizzatori sociali, soprattutto Cig ordinaria e solidarietà.

“I dati dimostrano ciò che avevamo sostenuto tempo fa e cioè che la frenata in atto nell’industria metalmeccanica lombarda sarebbe proseguita anche il secondo semestre dell’anno – si legge nella nota di accompagnamento della ricerca. Le ore di lavoro si sono ridotte e diverse imprese non sono riuscite a consolidare i precedenti segnali di ripresa, assestandosi su livelli di attività inferiori che non consentono quella crescita occupazionale di cui, invece, avremmo bisogno per riassorbire le troppe persone rimaste senza lavoro in questi ultimi anni. La nuova impennata del numero dei lavoratori coinvolti da ammortizzatori è un segnale preoccupante per la prospettiva industriale e occupazionale, anche considerando che in diverse situazioni si sta arrivando al termine della disponibilità degli ammortizzatori sociali conservativi”.

I territori maggiormente coinvolti nel semestre sono quelli di Milano (31,12%), Bergamo (13,76%), Lecco (13,05%) e Brianza (12,39%). Seguono Brescia, Varese, Como e Cremona.

Queste aree vedono la sussistenza di insediamenti industriali importanti, sia nei comparti tradizionali che in quelli innovativi del settore metalmeccanico, con una presenza cospicua sia di
grandi imprese di livello nazionale e internazionale, mentre le imprese medie-piccole sono storicamente radicate in tutti i territori.

I dati mostrano la preponderanza dell’intervento di cassa integrazione ordinaria e la sua distribuzione nei diversi territori. La cassa integrazione ordinaria è particolarmente accentuata nei territori di Milano, Bergamo, Lecco, Brescia e Brianza. In provincia di Monza/Brianza e Lecco vi è la compresenza anche dell’alto utilizzo di cassa integrazione straordinaria, che evidenzia la persistenza di situazioni di forte difficoltà. Mentre la mobilità è accentuata a Lecco e Varese.

Tabella crisi metalmeccanica

Da segnalare la presenza nel semestre dei nuovi contratti di solidarietà, che vengono utilizzati per fronteggiare le crisi occupazionali e le espulsioni dal processo produttivo, e che vedono
interessati in particolare i territori di Como, Varese, Lecco e Brescia. La cassa in deroga viene utilizzata esclusivamente a Cremona. Le cessazioni di attività colpiscono in modo particolare le
realtà di Lecco.

I lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori sociali si trovano per il 21,08% nelle imprese con oltre 500 dipendenti e per il 29,11% nelle aziende con oltre 100 dipendenti e fino a 250.
L’analisi della situazione della crisi per classi di dipendenti mostra come il numero degli interventi sia molto elevato nelle aziende sopra i 100 dipendenti che rappresentano il 59,69% dei
lavoratori totali colpiti da crisi, dove sono occupati15.553 dipendenti.

Occorre segnalare il trend di crescita continua dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali nelle grandi imprese, un fattore di forte preoccupazione.

I contratti di solidarietà sono significativamente presenti nelle aziende tra i 16 e i 50 dipendenti. Il picco di lavoratori interessati si registra nelle imprese con oltre 500 addetti.

La cassa in deroga risulta presente soprattutto nelle realtà fino a 15 dipendenti (32 i lavoratori interessati in queste realtà), come è peraltro prevedibile data la scopertura di questa fascia di
lavoratori dagli ammortizzatori sociali ordinari. Le cessazioni e le chiusure coinvolgono le classi di addetti sotto i 16 dipendenti, tra i 50 e i 250.

“Siamo di fronte ad una situazione di diffusa sofferenza – dice Luca Nieri, segretario generale Fim Cisl Bergamo – caratterizzata da diversi elementi che incidono negativamente. Si tratta di elementi macroeconomici (stagnazione dell’Europa, USA che cresce meno del previsto e Cina che sta crescendo sotto al 6%); turbolenze geo-socio-politiche (dazi, Brexit, corona virus); l’export è calato dello 0.9%, e la debolezza della domanda interna non ha compensato questo rallentamento.

Infine, l’elemento più importante per il settore: il drastico rallentamento del manifatturiero e in particolar modo del metalmeccanico (auto, elettrodomestici e utensili). In particolar modo la
situazione relativa all’epidemia di influenza da Coronavirus ha ulteriormente colpito il settore auto (quello cinese è uno dei principali mercati al mondo).

Nel secondo semestre del 2019 i primi lavoratori che hanno accusato la crisi sono stati i lavoratori somministrati e a tempo determinato, mentre contestualmente si è intensificato l’utilizzo di ferie arretrate (in particolar modo nelle realtà più piccole, che sono quelle che destano la maggior preoccupazione) e poi di ammortizzatori sociali, in particolar modo il Contratto di Solidarietà (nei primi mesi del 2020 è stato attivato alla SAME , alla Tenaris di Costa Volpino e alla Exide, dopo che nello scorso anno era partito anche alla “fonderia ghisa e dischi” della Brembo)”.

“Ci troviamo di fronte ad una situazione che rischia di esplodere nel 2020 – conclude il leader orobica della FIM -: una tempesta perfetta, nella quale rischiano di combinarsi la recessione del
settore, la stagnazione economica del nostro paese, le fibrillazioni politiche del governo di questi giorni, l’esplosione in Lombardia del Coronavirus, e i soliti problemi strutturali del nostro paese
legati agli scarsi investimenti sul 2020. Tutto questo, temo, condizionerà negativamente i prossini mesi”.

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