Si è probabilmente trattato di una semplice goliardata, ma in un momento di grande tensione qual è quello che stiamo vivendo si è trasformato in un caso. Sta facendo molto discutere a Treviglio il banchetto abusivo allestito nel pomeriggio di lunedì 24 febbraio da tre ragazzini, tutti minorenni.
“Vendiamo mascherine contro il coronavirus” hanno spiegato ai passanti che si sono avvicinati, a pochi metri dall’ingresso della farmacia comunale 2 in viale Ortigara, nella zona Nord della città.
La piccola rivendita è durata però solo pochi minuti, perché quando la polizia è stata informata dai cittadini di quanto stava accadendo è subito entrata in azione per bloccare sul nascere “l’impresa abusiva”. Ma una volta giunti in viale Ortigara, intorno alle 18, gli agenti non hanno trovato traccia dei tre ragazzini.
È probabile che, avendo intuito la malaparata, i tre giovanissimi abbiano pensato bene di raccogliere tavolino e mascherine e di darsela a gambe.
Gli autori del banchetto abusivo sono però stati fotografati da più di un passante – probabilmente uno di quelli che ha avvisato le forze dell’ordine – e le foto sono circolate anche sui social, facendo nascere un vero e proprio caso di cui ha parlato, attraverso la propria pagina Facebook, anche il sindaco di Treviglio Juri Imeri.
“Sono giorni particolari e stiamo lavorando, in tanti, per garantire la massima precauzione ai nostri cittadini – ha scritto il primo cittadino, pubblicando uno scatto dei tre ragazzini col volto opportunamente oscurato -. Senza allarmismi, ma facendo rispettare un’ordinanza molto invasiva. E in queste ore, con tante famiglie in apprensione, abbiamo bisogno di tante cose, meno che delle buffonate. Pubblico questa foto perché mi auguro che i genitori o le persone vicine a questi ragazzi possano spiegare loro che quella che stavano facendo non era una ragazzata, ma una idiozia”.
“Le forze dell’ordine sono al lavoro per provare a identificarli ha continuato Imeri nel suo post – , ma io confido che loro, i loro genitori, i parenti o gli amici possano chiudere prima questa triste parentesi. E non per fare gli sceriffi, sia chiaro, ma per provare a trasformare una brutta idea in un bel messaggio”.
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