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Bergamo

Coronavirus, pub Sant’Orsola costretto a chiudere: “Brutto colpo, non so se riapriremo”

Dopo l'ordinanza regionale, lunedì alle 18 il titolare Francesco Pappi ha abbassato le saracinesche: "Provvedimento assurdo"

Costretto a chiudere per l’ordinanza regionale anti-Coronavirus, il titolare del pub Sant’Orsola attacca gli amministratori, regala birra e annuncia che non sa se riaprirà. Lunedì 24 febbraio alle 18 in punto Francesco Pappi ha abbassato le saracinesche del rinomato locale del centro città.

Il provvedimento, che riguarda le attività commerciali nella zona gialla (cioè fuori dai dieci Comuni completamente isolati nella zona rossa), è stato comunicato dal sindaco Giorgio Gori agli esercenti cittadini nella serata di domenica: “Bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico sono chiusi dalle ore 18 alle 6; verranno definite misure per evitare assembramenti in tali locali”, recita l’ordinanza di Regione Lombardia.

Una decisione che non va giù a Pappi: “La chiusura in un periodo come questo è una botta durissima  per noi – spiega il titolare del pub – . C’è il Carnevale, la Champions, l’Atalanta che va a gonfie vele. Le ultime serate avevamo registrato ottimi incassi e così sarebbe stato in questi giorni. Purtroppo, invece, siamo costretti a fermarci”.

“Capisco il momento, anche se secondo me l’allarmismo è eccessivo, ma queste decisioni sono sbagliate e discriminatorie. Assurde. E chi le prende dovrebbe pensarci bene perchè rischia di mettere in ginocchio attività come la nostra”, prosegue Pappi.

Nella stessa situazione del Sant’Orsola, ci sono altri locali cittadini: “Ne ho parlato con alcuni colleghi e tutti sono preoccupati – rivela Pappi – . Tra l’altro io ho sei dipendenti e adesso devo capire cosa fare con loro”.

Prima di chiudere, però, Pappi ha pubblicato un post sulla pagina Facebook del locale per salutare i clienti e annunciare che lunedì avrebbe regalato la birra che aveva negli ultimi fusti: “Piuttosto che farla andare a male, ho preferito fare un dono ai nostri fedelissimi. Sperando che non sia l’ultimo”.

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