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Ubi e l’offerta di Intesa: oggi riunione dei Patti di Bergamo e Brescia

Sul Sole 24Ore un po’ di percentuali sugli azionisti di Ubi Banca: fondi e piccoli soci

Sul Sole 24Ore un po’ di percentuali sugli azionisti di Ubi Banca, mentre per oggi, lunedì, è attesa la riunione che dei patti bergamaschi (Zanetti) e bresciani.

I fondi e i piccoli soci.

Nella conta tra gli azionisti di Ubi chiamati a esprimersi sull’offerta di Intesa Sanpaolo ora si guarda anche a loro. Tra i fondi c’è lo storico compagno di viaggio dell’ex popolare Silchester International, oggi in cima alla classifica delle quote con il 5,1% e capofila di una nutrita schiera di investitori istituzionali che comprende tutti i maggiori player globali: dal loro fronte, a caldo, è stata colta una reazione positiva all’offerta targata Intesa Sanpaolo, guidata anzitutto dal premio del 28% rispetto ai prezzi di fine settimana scorsa, precedenti al piano presentato da Massiah che già aveva destato una prima corsa agli acquisti nella giornata di lunedì. Di qui all’estate, quando si aprirà la finestra per la consegna delle azioni, è facile prevedere un fiori di pareri sulla congruità dell’offerta formulata da Carlo Messina.

Poi c’è il mondo dei privati. Quelli grandi, per lo più le famiglie bergamasche e bresciane, sono raggruppati nei patti. Il Car – sceso al 17,7% dopo che il 18 febbraio alcune società riconducibili alla famiglia Bosatelli hanno ceduto 1,1 milioni di azioni secondo quanto comunicato sabato – si è già espresso, i patti di Brescia (8,4%) e Bergamo (1,6%), si riuniscono lunedì.

Un rifiuto in blocco a Ca’ de Sass porterebbe vicino al 30% circa il fronte degli oppositori, costringendo dunque Intesa a dover raccogliere almeno il 60% circa del capitale in Ops da poter far valere all’assemblea straordinaria di fusione.

Diversamente, il “sì” all’Ops renderebbe più agevole per Intesa ottenere i due terzi dei voti in assemblea, voti che renderebbero quindi automatica la fusione. Tra l’altro c’è chi accredita i soci riuniti nei patti del 35%: non è detto, infatti, che ognuno abbia vincolato all’accordo l’intera quota di cui è titolare ma solo una parte (onde poter disporre liberamente sul mercato di quel che resta). Gli altri privati, per lo più cassettisti, sono un coagulo di azionisti storici di Ubi e delle banche che l’hanno costituita: potrebbero essere uno degli aghi della bilancia, accreditati di una quota che si aggira intorno al 15%.

Dal canto suo Intesa per ora si è detta non disponibile a trattare sul prezzo, mentre ha in programma la creazione di quattro nuove direzioni regionali con sede negli uffici storici delle banche che hanno dato vita al gruppo Ubi.

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