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L'appello

“Tribunale, accesso a rotazione in Aula, si rischia il pienone in corridoio, meglio rinviare”

Preoccupato per la sicurezza sanitaria dei colleghi e delle colleghe, e anche per quella dei cittadini, il Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli avvocati di Bergamo ha inviato una lettera-appello al Presidente del Tribunale e alla Prefetta

Preoccupato per la sicurezza sanitaria dei colleghi e delle colleghe, e per quella dei cittadini, il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati di Bergamo ha inviato una lettera-appello al Presidente del Tribunale e alla Prefetta per chiedere di modificare il decreto che prescrive l’accesso a rotazione, da parte di avvocati, avvocate e utenza, nelle aule d’udienza.

Stiamo parlando delle misure per evitare il propagarsi del Coronavirus e in quest’ottica il Presidente del tribunale ha emanato lunedì una prescrizione sull’accesso a rotazione. “Tale dovere di condotta – scrive il Comitato presieduto da Stefano Chinotti – non tiene in adeguata considerazione la sicurezza sanitaria dei colleghi e delle colleghe, dei cittadini e delle cittadine che, in attesa del proprio turno, dovranno sostare in corridoi o sale di ampiezza inadeguata a garantire lo spazio individuale prescritto dalle direttive ministeriali”.

È parere del Comitato che “una prescrizione in tal senso (parrebbe fra le poche legittimamente assumibili in autonomia dal Capo degli uffici giudiziari) non sia affatto idonea alla tutela della sicurezza degli ambienti pubblici al cui fine, certamente in aspirazione dell’emittente e negli stretti limiti di potere a lui concessi, essa è stata licenziata. La decisione avrebbe, invece, dovuto essere, per evitare incertezze e a questo punto davvero inutili assembramenti (immagino ad esempio l’udienza civile del martedì mattina – domani), quella della chiusura totale o dell’apertura totale di tutti gli uffici, cancellerie comprese”.

Il prevedere disposizioni diverse equivale, fra l’altro, “ad applicare differenti condizioni di trattamento fra lavoratori della struttura ed utenza. Di qui la necessità del nostro intervento”.

Infine il Comitato, “per ragioni legate al proprio ruolo di tutela dei colleghi e delle colleghe dedite all’attività di cura dei figli privi, in questo periodo, dell’attività scolastica ed ancor più in adesione ad un principio di maggior cautela per la salute di tutti, avrebbe auspicato l’emissione di un provvedimento di chiusura al pubblico degli uffici giudiziari tutti; provvedimento certamente non rimesso alla facoltà decisionale del Presidente ma da sollecitarsi, da parte dell’Autorità prefettizia, presso il competente ministero. Ad ogni buon conto si sollecita un’integrazione del suddetto provvedimento nella parte in cui non prevede il legittimo impedimento alla partecipazione dell’attività d’udienza dei genitori, avvocati e avvocate, occupati nell’assistenza dei figli minori”.

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