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Bergamo e non solo

Coronavirus, 100mila telefonate al numero verde: info utili e guida al coprifuoco

I numeri da chiamare e le misure previste in via precauzionale per ridurre i contatti: dalle scuole ai negozi fino ai bus, ecco cosa cambia in questi giorni

Solo domenica sono state centomila le telefonate al numero verde istituito da Regione Lombardia (800.89.45.45) per dare supporto e consulto medico sul nuovo Coronavirus. Un quantitativo enorme, tant’è che in queste ore si sta valutando di potenziare la linea e di conseguenza il numero degli operatori, viste le problematiche conseguenti l’elevato traffico di telefonate.

È solo uno degli effetti collaterali legati alla psicosi e ai timori generati dal virus. La Regione, a tal proposito, è stata chiara: “Coloro che riscontrano sintomi influenzali o problemi respiratori non devono andare in pronto soccorso, ma chiamare il numero verde unico regionale che valuterà ogni singola situazione e spiegherà che cosa fare”. Per informazioni generali, invece, “c’è il 1.500, il numero di pubblica utilità attivato dal Ministero della Salute”.

L’obiettivo del numero verde è anche quello di evitare il sovraccarico di telefonate al 112, riservato alle urgenze. Il consiglio è quello di contattarlo quando si riscontrano sintomi acuti quali febbre alta, tosse, difficoltà respiratorie; ci si è trovati nella cosiddetta ‘zona rossa’ (i paesi del Lodigiano dove si sono sviluppati i primi casi) o si ha frequentato una delle persone risultate positive al test. Ovviamente, la chiamata al 112 vale anche per le urgenze non legati a sospetti casi di Coronavirus.

Molte delle domande rivolte agli operatori vertono anche sui comportamenti da adottare in questi giorni di allerta. A tal proposito, non si può far altro che rimandare all’ordinanza emessa da Regione Lombardia (GUARDA QUI). Per quanto riguarda la provincia di Bergamo, i sindaci si sono incontrati al Centro Congressi di viale Papa Giovanni per fare il punto e recepire le indicazione del Pirellone. Nelle zone gialle (e quindi anche Bergamo) l’obiettivo è quello di “evitare il più possibile le concentrazioni di persone, gli assembramenti in luoghi pubblici e privati, limitando così i contatti tra le persone” ha spiegato in un video su Facebook il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Il concetto chiave è che si tratta di una misura prudenziale, “utile ad arginare la diffusione del virus e consentire un miglior isolamento dei casi che dovessero essere individuati”.

Le disposizioni saranno valide per una settimana – fino a domenica 1° marzo compresa, salvo proroghe – in tutta la Lombardia, ad eccezione dei comuni del Lodigiano in cui si è avuta una concentrazione di casi positivi, indicati come ‘zona rossa’ e sottoposti ad un regime molto più rigido (compresa la sospensione di tutte le attività e il divieto di ingresso e uscita dall’area).

Per quanto riguarda Bergamo, l’ordinanza vieta tutte le “manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico”. Quindi centri sportivi, palestre e piscine. Ma anche cerimonie religiose, messe comprese. È stata infatti disposta la “sospensione di tutte le celebrazioni, di tutte le attività pastorali, aggregative, culturali e la chiusura degli oratori e spazi parrocchiali”. Se le chiese “possono restare aperte”, “i funerali possono essere celebrati solo con gli stretti familiari” ha fatto sapere la Diocesi.

Restano aperti i negozi, tranne quelli all’interno dei centri commerciali che sabato e domenica dovranno abbassare le serrande (esclusi quelli che vendono generi alimentari). Oriocenter, ad esempio, fa sapere che ” tutti i suoi 280 negozi si attengono a quanto prevede l’ordinanza regionale e, quale ulteriore misura di contenimento e tutela, la chiusura del centro sarà anticipata alle 20″. Gli eventi in programma sono stati tutti rimandati a data da destinarsi e anche l’Uci Cinema resterà chiuso fino all’1 marzo. L’Iper osserverà invece il normale orario di apertura, dalle 9 alle 22 per tutta la settimana.

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Nei mercati cittadini, come quello del sabato o del lunedì in via Spino, resteranno i banchi che vendono generi alimentari. Nessuna restrizione, invece, per i mercatini rionali.

Un’ulteriore limitazione riguarda discoteche, bar e pub che dovranno servire l’ultimo cliente tassativamente entro le 18. Soltanto quelli dotati di una cucina attrezzata potranno servire ai tavoli anche oltre l’orario. Tutto normale invece per i ristoranti e pure per i rider, che portano il cibo a domicilio.

Sospese le lezioni nelle scuole (gite comprese) e all’Università di Bergamo, almeno fino a sabato: niente esami e niente lauree come annunciato dal rettore Remo Morzenti. Limiti anche per gli ambienti e il mondo della cultura: in particolare l’attività di cinema, teatri, biblioteche e musei, tutti potenziali luoghi di affollamento. All’Accademia Carrara, per esempio, “la mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano resteranno chiuse da lunedì 24 febbraio, fino a nuova comunicazione”. Sospesi gli spettacoli al Creberg e al Teatro Sociale di Città Alta.

Aperti gli uffici pubblici, mentre per quanto riguarda i traporti Atb e Teb fanno sapere che “il servizio di autobus, funicolari e tram, in accordo con quanto indicato dalle Autorità, si sta svolgendo regolarmente e viene garantito su tutta la rete di trasporti pubblici locali nei comuni serviti”.

In ottemperanza all’ordinanza emessa dalla Regione aggiungono che “essendo sospesa ogni attività scolastica il servizio ridotto di autobus, funicolari e tram, già previsto fino a martedì 25 febbraio in occasione delle festività del Carnevale, viene esteso fino a sabato 29”. Il servizio prevede l’applicazione dell’orario del sabato senza corse scolastiche per autobus e funicolari e l’orario feriale non scolastico per i tram. “Atb e Teb – infine – stanno predisponendo ulteriori misure di sanificazione di tutti i mezzi in servizio e degli uffici aziendali aperti al pubblico”.

L’ordinanza del Pirellone, in un primo tempo, aveva lasciato più di un dubbio ai sindaci. In un secondo video, pubblicato alle 20 di lunedì 24 febbraio, il sindaco Gori ha fatto ulteriore chiarezza spiegando in maniere più dettagliata le disposizioni.

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