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Le reazioni

Piano Ubi, sindacati preoccupati: “Almeno un’assunzione ogni 2 uscite”

Ecco le prime considerazioni dei Segretari coordinatori dei sindacati del Gruppo UBI, Paolo Citterio (Fabi), Pierangelo Casanova (Fisac-CGIL), Giuseppe Cassella (First-CISL), Claudia Dabbene (Uilca-UIL) e Natale Zappella (Unisin).

I sindacati orobici commentano a caldo le notizie relative al Piano industriale di Ubi Banca (leggilo qui), soprattutto in merito alle riduzioni di 2030 persone da qui al 2022.

Ecco le prime considerazioni dei Segretari coordinatori dei sindacati del Gruppo UBI, Paolo Citterio (Fabi), Pierangelo Casanova (Fisac-Cgil), Giuseppe Cassella (First-Cisl), Claudia Dabbene (Uilca-Uil) e Natale Zappella (Unisin).

Secondo le organizzazioni sindacali “Il piano indica gli obiettivi generali senza entrare nel merito dei singoli aspetti. La forte riduzione di forza lavoro, con il taglio di oltre 2.000 dipendenti (più del 10%), la riqualificazione di altri 2.400 e la chiusura di almeno 175 filiali, generano forte preoccupazione. Capiremo i reali impatti solamente quando verrà fornita la comunicazione di informativa sindacale che sarà inviata solo nei prossimi giorni”.

Obiettivo già dichiarato da tutte le Organizzazioni sindacali sarà un robusto piano di assunzioni (di almeno una persona ogni due uscite) per mantenere adeguati livelli occupazionali e di servizio su tutti i territori dove Ubi è presente.

La responsabile Uilca Gruppo Ubi Banca, Claudia Dabbene, ritiene “che la grande sfida per i prossimi anni sarà anche quella di delineare dei percorsi di riqualificazione con adeguati sostegni formativi, sui quali il Sindacato non dovrà mai smettere di confrontarsi per rendere fluidi, sostenibili e qualificanti i percorsi stessi”.

Giovanni Salvoldi, segretario generale First Cisl Bergamo dal canto suo dichiara: “Rimaniamo preoccupati e perplessi sulle prospettive avanzate dal piano industriale presentato oggi da Ubi. Favorire la continua emorragia di personale, nonostante la situazione economica sia in deciso miglioramento è condizione che naturalmente non ci appartiene. Per noi resta prioritario impegnarci per invertire la rotta ed investire nella effettiva valorizzazione del patrimonio umano, primo ed indispensabile asset delle aziende del credito. Un obiettivo fondamentale”.

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