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L'interrogatorio

Si scusa il 22enne che distribuiva volantini neonazisti: “Non avevo capito la gravità” fotogallery

Il giudice ha convalidato il fermo ma l'ha lasciato uscire dal carcere. I genitori pare non si fossero accorti di questa sua esaltazione

“Sono dispiaciuto, non avevo compreso la gravità di quello che stavo facendo. Chiedo perdono a tutti”. Si è scusato così, di fronte al Gip Federica Gaudio, il 22enne arrestato dagli agenti della Digos di Bergamo dopo essere stato sorpreso a distribuire volantini con messaggi xenofobi. Il pubblico ministero Carmen Santoro aveva chiesto la misura cautelare dei domiciliari. Il giudice invece ha convalidato il fermo ma l’ha lasciato uscire dal carcere, con l’obbligo di non andarsene da Bergamo e rimanere in casa nelle ore notturne.

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L’arresto nella notte tra giovedì e venerdì. Il ragazzo, classe 1998, era stato notato da una Volante della polizia mentre, con indosso un passamontagna nero e in tasca un coltello da 22 centimetri, alle tre e mezza stava lasciando volantini con messaggi xenofobi nella zona del parco Goisis, quartiere cittadino di Monterosso. Alla vista degli agenti aveva cercato prima di nascondersi, poi di scappare, ma era stato raggiunto e arrestato per istigazione all’odio razziale, resistenza e violenza per aver ferito un poliziotto a un ginocchio.

Nella casa in cui il ragazzo, diplomato e che conosce quattro lingue (tra cui il croato e il russo), vive con i genitori e i fratelli, sono stati ritrovati bossoli di pistola, abbigliamento e materiale che inneggia a “Hitler”, alle “Forze di liberazione europee” e alla “Forza di Difesa Croata” denominata “Hos”, la formazione nazionalista nata dopo l’indipendenza del 1991. Sono emersi anche collegamenti con ultrà della Dinamo Zagabria, protagonisti di scontri con la polizia lo scorso 26 novembre a Milano prima della sfida di Champions League contro l’Atalanta.

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Dopo quasi due notti trascorse in carcere, sabato mattina il ragazzo, che non ha precedenti, è stato sottoposto all’interrogatorio di convalida del fermo. Difeso dall’avvocato Virna Bassani, ha detto di essere pentito del suo gesto e che non aveva compreso quanto fosse grave quello che c’era scritto sui volantini che realizzava con il proprio computer. Sua madre e suo padre pare non si fossero accorti di questa sua esaltazione che, stando alle sue parole, pare fosse piuttosto recente.

A segnalare per primo la vicenda era stato il vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi, che lo scorso 13 gennaio aveva consegnato alla polizia alcuni volantini ricevuti da residenti del quartiere di Redona, allarmati per le frasi xenofobe riportate. “Ringrazio e faccio i complimenti agli uomini della questura – le sue parole dopo l’arresto – per aver dato dimostrazione ancora una volta della loro prontezza ed efficienza, risolvendo il caso in un mese. L’episodio non merita nemmeno commenti per quanto è grave. Spero solo che il ragazzo si renda davvero conto di ciò che ha fatto e capisca che al mondo non ci sono razze ma solo persone tutte uguali”.

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