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Dopo la sconfitta

L’Atalanta manda in crisi la Roma: giocatori contestati, Fonseca trema

Cori di protesta dal settore ospiti del Gewiss Stadium, poi la squadra passa la notte a Trigoria: il tecnico non si sente in discussione ma il ko nello scontro diretto e il contestuale -6 in classifica lo mettono sull'orlo del baratro.

Una notte passata a Trigoria, dopo la terza sconfitta consecutiva e la contestazione dei tifosi arrivati a Bergamo: il ko con l’Atalanta, nello scontro diretto per la Champions League, pesa in casa Roma.

Sul banco degli imputati, oltre ai giocatori, sono finiti l’allenatore Paulo Fonseca e il direttore sportivo Gianluca Petrachi: i rispettivi predecessori, Eusebio Di Francesco e Monchi, lo scorso anno avevano addirittura due punti in più in classifica ma erano già certi di essere arrivati al capolinea.

Così potrebbe essere l’ennesima rivoluzione giallorossa, impegnata al momento anche nel delicato passaggio di proprietà: “Non mi sono mai sentito in discussione” ha assicurato l’allenatore portoghese, ancora convinto di poter rimontare il gap dall’Atalanta e centrare la qualificazione per la principale competizione europea per club.

“Fisicamente la squadra sta bene – ha continuato – È un problema mentale, difficile spiegare i gol presi ma siamo in un momento in cui ogni tiro è gol”.

L’Atalanta ha colpito la Roma nei suoi punti deboli, i calci piazzati e i pericolosi cali di tensione durante i 90 minuti.

La reazione, più che in campo, i giallorossi l’hanno avuta dagli spalti: “Tirate fuori le palle” il coro che si è alzato con forza dal settore ospiti del Gewiss Stadium. 

In casa Roma non è un momento facile: l’Atalanta, forte dei suoi 6 punti (7 se si considerano gli scontri diretti a favore) di vantaggio, si frega le mani e sogna già la conferma in Champions League.

 

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