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Treviglio, fastidioso odore di pop corn: esposto in procura firmato da 143 cittadini

L'iniziativa promossa dal Comitato Treviglio Respira

Gli odori di Treviglio arrivano in procura a Bergamo. Il Comitato Treviglio Respira ha promosso una raccolta firme sottoscritta da 143 cittadini e le ha allegate a un esposto presentato agli uffici di piazza Dante a Bergamo per fare luce sulla vicenda.

Da tempo a Treviglio i cittadini subiscono delle molestie olfattive che le istituzioni locali, in primo tempo, negavano e poi ne sminuivano il disagio – si legge nel comunicato diffuso dal gruppo – . Preso atto che il Comune non è stato in grado di porre fine al fastidioso e persistente odore (alcuni individuano un richiamo a cibo in scatola per animali deteriorato, altri a cereali tostati ed altri ancora popcorn rancido) che investe diversi quartieri di Treviglio e che, anzi, ha fatto capire, anche non troppo velatamente, che il problema non sussiste, alcuni cittadini hanno preso la seguente iniziativa.

Si è pensato – proseguono – di coinvolgere altri e diversi livelli istituzionali a salvaguardia della qualità dell’aria e, nel dubbio, della salute. Qui sotto viene, pertanto, riportato l’esposto presentato alla Procura della Repubblica ed alla Prefettura di Bergamo con delle precise richieste sottoscritto da 143 cittadini trevigliesi. Si precisa che non è una petizione e non sono stati fatti banchetti di raccolta. Il numero di firme è quello che abbiamo ritenuto congruo per intraprendere questa iniziativa di denuncia, consapevoli che i cittadini che vorrebbero non sentire più queste “puzze” sono sicuramente molto più numerosi.

A tal proposito una prova, che il problema è molto sentito, sono le oltre 20 pagine fronte/retro con centinaia di lamentele di cittadini che hanno “postato” su Facebook. Non sta a noi giudicare chi ha ragione o chi ha torto, chi ha interessi o quali siano le cause. Ci auguriamo che siano la Magistratura e la Prefettura ad intervenire per rimuovere le cause che impediscono la soluzione del problema. Chiediamo anche alla stampa di dare voce alle lamentele dei cittadini e, perché no, di indagare anche loro se lo ritengono opportuno.

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