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Quanta violenza

Celebriamo le donne che rendono la loro vita un’opera d’arte

All’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stata allestita una mostra per poter celebrare la forza delle donne bergamasche.

Oggi si parla di violenza sulle donne.

È un argomento banale, vero? Non giriamo attorno a buonismi inutili. Si parla delle donne sul palco dell’Ariston, si parla delle donne a Milano con la parete Wall of Dolls di Jo Squillo, se ne parla in televisione, nei reality show, se ne parla nei libri di storia, se ne parla al bar, se ne parla, se ne parla e se ne parla ancora. Dopo che se n’è parlato per la cinquecentesima volta, si è manifestato in piazza, si sono fatti giorni e giorni di sensibilizzazione, si apre il giornale e lì, imperante, c’è un titolone scritto in grosso e nero come la morte: “Donna uccisa dal marito, aveva denunciato”, “Trenta donne lasciate a casa, ristrutturazione aziendale”, “Ragazza abusata uccide il suo carnefice. A breve il processo”.

Non vi siete stancati? Finché della violenza sulle donne e della loro forza parlano le donne non si può pensare che qualcosa si evolva.

Evolvere è una parola meravigliosa per parlare di questo tema. Si parli chiaro e non ci si nasconda dietro all’utopia di un futuro mondo perfetto: i mostri ci sono sempre stati e sempre ci saranno e quindi non si parli di cambiamento, ma di evoluzione. Si evolvano le donne e capiscano che perdonare uno schiaffo non vuol dire che lui cambierà, ma che lui deve essere subito eliminato dalla propria vita. Si evolvano gli uomini e capiscano che le donne non sono belle statuine, ma che dietro ad un bel fisico e dei bei capelli ci sono soprattutto un cuore e un cervello. Si evolvano le femministe perchè essere donne non è un privilegio, essere donne deve significare avere pari opportunità, pari diritti e pari possibilità. Si evolvano i ragazzi e quando una ragazza posta una foto sui social non facciano commenti (che sembrano spesso scritti da animali nella stagione dell’amore più che da uomini) verso il fisico di lei, perchè non vi fa più affascinanti starvene tutti protetti dietro ai cristalli liquidi del vostro telefonino mentre vi prendete il diritto di fare qualsiasi commento. Si evolvano le ragazze e non pensino solo all’apparire, ma anche a quante possibilità ha il mondo in serbo per loro.

Questo è il mondo dell’assurdo. Questo articolo, una volta pubblicato, verrà letto da gente che la pensa come me: chi è il folle che è a favore della violenza sulle donne? Chi è il matto che non ammette la loro forza?

mostra viiolenza donne ospedale bergamo

Mentre tutti noi leggiamo queste righe, però, là fuori un assassino – smettiamola di chiamarlo “mostro”, chiunque uccida si chiama assassino e non chiamare le cose con il proprio nome non risolve il problema – picchierà una donna perchè è pazzo. Esatto, pazzo. Se un uomo picchia una donna non si deve dire che è stata picchiata perchè ha messo una gonna troppo corta e quindi si è ingelosito, ma si deve dire che l’ha picchiata perché è un folle e un matto, non sicuramente perchè era geloso. La gelosia è un sentimento stupefacente perchè implicava che ci si prenda cura di qualcosa a cui si tiene, che lo si preservi e lo si faccia fiorire.

Mentre tutti noi leggiamo queste righe, però, là fuori un’altra donna verrà licenziata perchè è incinta, perchè è troppo vecchia o troppo giovane, perchè un giorno vorrà avere una famiglia.

Mentre tutti noi leggiamo queste righe, però, là fuori una donna dovrà combattere per o contro la vita che sa essere così bella e così amara allo stesso tempo.

Mentre tutti noi leggiamo queste righe all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stata allestita una mostra per poter celebrare la forza delle donne bergamasche. Non si celebrano star della musica o del cinema, ma si celebrano Imma, Jennifer, Mina, Lia, Sonila e molte altre. Sono donne comuni, che hanno vite comuni, ma che si sono impegnate per rendere con le proprie mani la loro vita un’opera d’arte.

Ed ecco quindi nel corridoio dell’ospedale di Bergamo, tra la torre 6 e la torre 7 una serie di fotografie e brevi storie che celebrano la forza delle donne.

Mentre tutti noi leggiamo queste righe le donne se ne infischiano di aspettare magistratura, giustizia e che tutto sia perfetto, ma lottano affinché anche dalla sofferenza, dalla malattia, dalla disgrazia possa nascere qualcosa di strepitoso.

Cantavano le note di De Andrè:

Dai diamanti non nasce niente

Dal letame nascono i fior.”

Queste donne hanno catturato ciò che era successo di brutto nella loro vita per dare il via ad una silenziosissima rivoluzione che però urla a gran voce quanto siano forti le donne. Non grida solo questo, però, ma anzi, urla anche che queste donne hanno amato tanto gli uomini e, molte di loro, sono state affiancate da uomini che hanno dato coraggio e speranza.

Le donne non sono tutte perfette e gli uomini non sono tutti assassini, la maggior parte delle donne sono tenaci e la maggior parte degli uomini vivono per farle felici.

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