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La band bergamasca

Vibrazioni positive, i “Pinguini“ piacciono per questo: ora il tour col nuovo disco

Riccardo Zanotti, Elio Biffi, Nicola Buttafuoco, Lorenzo Pasini, Simone Pagani e Matteo Locati ci hanno conquistato con quello che è un po’ il sogno di ognuno: fare ciò che si ama nella vita e farlo divertendosi.

Sanremo 2020 è finito. Tra musica, scintillii, lustrini, polemiche e imprevisti anche la 70esima edizione del festival più seguito della televisione ha fatto parlare di sè. Non siamo nuovi a tutto questo, ma quest’anno è stato diverso. Era inevitabile: sul palco si è esibito un pezzo di cuore bergamasco. Cinque serate con il fiato sospeso per i Pinguini Tattici Nucleari, arrivati al terzo posto nella loro prima volta a Sanremo con la canzone “Ringo Starr”. Ma oltre al fatto che sono bergamaschi c’è qualcosa in più: Riccardo Zanotti, Elio Biffi, Nicola Buttafuoco, Lorenzo Pasini, Simone Pagani e Matteo Locati ci hanno conquistato con quello che è un po’ il sogno di ognuno: fare ciò che si ama nella vita e farlo divertendosi.

Abbiamo visto nel piccolo schermo i ragazzi divertirsi come non mai. “Ringo Starr”, è un pezzo pieno di vibrazioni positive. A cominciare dal travolgente incipit affidato agli ottoni. E poi il ritmo funk, del pop e del rock che prendono vita nelle parole della canzone, dedicata a uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. “In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr”, recita il ritornello. Una riflessione sul fatto che nella vita non bisogna essere necessariamente sotto i riflettori per fare la differenza.

I Pinguini sono stati la rivelazione, musicale e umana, del Festival. Per il pubblico, per la critica. Sono stati perfino in grado di far ballare la leggendaria Mara Maionchi a Domenica In. Sono piaciuti a tal punto da conquistare il cuore di Guglielmo Mariotto, giudice di Ballando con le stelle, che ha esternato il suo apprezzamento per Riccardo, leader della band: “È un sex symbol”.

Il contratto con Sony, il disco d’oro per “Verdura” e “Irene”, canzoni rispettivamente di “Fuori dall’Hype” e “Gioventù brucata”, la partecipazione al concerto del Primo Maggio da Roma e al progetto “Faber Nostrum”. Dopo un anno stratosferico arrivano a Sanremo e riescono a salire sul podio. E ora?

Ora viene il bello. A poco meno di un mese dal debutto al Mediolanum Forum (già sold-out), data che apre la tournée nei palazzetti, il 7 febbraio il repack di “Fuori dall’Hype”, primo disco della band. Quindici canzoni, tra cui tre inediti, oltre al brano sanremese, “Ridere” e “Irene”. Il primo è un brano dal sapore pop in cui l’autore racconta la paura della convivenza, il grande passo alla soglia dei trent’anni. Il secondo è una ballad, un inno d’amore alla città che li ha visti crescere e nascere artisticamente. Il repacking dell’album propone anche una originale versione di “Cancelleria” di “Il re è nudo” e una versione acustica di “Irene”.

Quest’ultimo lavoro é la sintesi di un anno di lavoro. Un sguardo al passato e un altro verso il futuro. “Giusto così, siamo i terzi incomodi”, hanno detto alla conferenza stampa post festival. É con questo spirito, tra il non prendersi troppo sul serio e la leggerezza di vivere, che i Pinguini si sono fatti strada, concerto dopo concerto.

 

 

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