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La polemica

Dalmine, l’evento sulle foibe fa arrabbiare il vicesindaco e Daniele Belotti: “Negazionisti”

Il parlamentare leghista chiede una forte condanna e le scuse dai promotori, in primis Acli, Arci e Cgil

“È stato come se in occasione della Giornata della Memoria un gruppo di nazifascisti avesse promosso in uno spazio pubblico una serata per negare la Shoah. Un insulto per i figli di morti ed esuli, una beffa all’Italia, una vergogna per Dalmine”. È il commento del vicesindaco di Dalmine, Gianluca Iodice, a proposito della serata promossa venerdì sera da Anpi, Arci, Cgil, Acli e Il Porto  in occasione del Giorno del Ricordo al teatro civico di Dalmine.

Il Comune aveva concesso il patrocinio ma poi si è dissociato: “La collaborazione è stata concessa sulla scorta della garanzia (riportata sulla locandina dell’evento) che si sarebbe trattato di un evento senza strumentalizzazioni politiche, basato su dati storici. Al contrario, durante la serata sono state esposte tesi che si configurano come negazioniste”.

A sollevare le critiche è stato l’intervento introduttivo allo spettacolo (“Quando il sommacco diventa rosso. Lettere da Pola”, tratto dal libro di Fulvia Giusti) affidato a Grazia Milesi, loverese, membro dell’Anpi Alto Sebino, che avrebbe dovuto inquadrare dal punto di vista storico quello che poi sarebbe andato in scena sul palco

“Temevo – spiega Iodice – che la serata avrebbe avuto qualche sfumatura negazionista. Tuttavia speravo che i soggetti promotori dimostrassero un po’ di onestà intellettuale”

“Lo spettacolo in programma, prosegue – è stato introdotto da una prolusione storica di un’ora a cura di Grazia Milesi. La summa del più inaccettabile negazionismo. In sintesi, le sue conclusioni sono state le seguenti:
– gli infoibati e gli esuli Italiani giuliano-dalmati se la sono meritata perché erano tutti fascisti
– in realtà i numeri divulgati (11.000 infoibati e 250-300.000 esiliati) sono gonfiati
– gli esuli hanno scelto liberamente di andarsene dalle loro terre per cogliere un’opportunità nella Repubblica Italiana
– il Giorno del Ricordo è stato istituito sulla base di bugie e come rivalsa nei confronti del Giorno della Memoria
– il Presidente della Repubblica dovrebbe guardarsi bene dal fare discorsi come quello tenuto lo scorso anno sempre in occasione del Giorno del Ricordo”.

Il vicesindaco promette conseguenze: “La fiducia è stata concessa, ora le associazioni organizzatrici sono state misurate per la loro credibilità e il Comune e il mio assessorato d’ora in poi agiranno di conseguenze. La porta del Comune è e sarà sempre aperta per coloro che sanno esseri seri, ma sarà chiusa per chi non è eticamente, moralmente e storicamente corretto”, conclude.

E domenica anche il deputato di Bergamo, Daniele Belotti, capogruppo della Lega in Commissione Istruzione-cultura-sport della Camera ha rincarato la dose: “Le istituzioni, le forze politiche, le associazioni, in sindacati non possono restare silenti di fronte alla vergognosa negazione storica sulle foibe andata in scena venerdì a Dalmine. Vogliono prendere le distanze pubblicamente, senza se e senza ma, oppure condividono quanto dichiarato, ovvero che ‘gli infoibati e gli esuli Italiani giuliano-dalmati se la sono meritata perché erano tutti fascisti, in realtà i numeri divulgati sono gonfiati, gli esuli hanno scelto liberamente di andarsene dalle loro terre per cogliere un’opportunità nella Repubblica Italiana, e il Giorno del Ricordo è stato istituito sulla base di bugie e come rivalsa nei confronti del Giorno della Memoria’?”

A questo punto, prosegue Belotti ” ci aspettiamo, in primis, dall’Acli, realtà associativa espressione del mondo cattolico, una forte condanna della visione negazionista emersa durante la serata dalminese, anche se restiamo sempre più sbalorditi dalla posizione dell’Associazione Cristiana Lavoratori Italiani che, a Bergamo, ormai si è allineata alla sinistra più estrema arrivando persino a manifestare al fianco degli spaccavetrine dei centri sociali. Ci aspettiamo che l’Arci e la Cgil, chiedano subito scusa alle associazioni degli esuli giuliano dalmati per aver umiliato la memoria delle migliaia di defunti infoibati. Ci aspettiamo che i Comuni, le Province, le Regioni e i ministeri che offrono contributi e/o patrocini all’Anpi li abroghino immediatamente, perché è inaccettabile che un’associazione, che ormai è diventata una costola della sinistra più estrema, venga finanziata con soldi pubblici per infangare la memoria delle migliaia di morti innocenti che hanno avuto solo la colpa di essere italiani, altro che fascisti. Per questo presenterò un’interrogazione parlamentare”.

E conclude: “Va lanciato un messaggio chiaro: chi nega o giustifica l’eccidio delle foibe, si mette sullo stesso piano dei filonazisti che sostengono che non è esistita la Shoah”.

 

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