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Coppie miste

Alessia: “Io e Ousmane, che somiglia tanto a mio papà”

Tra la giovane bergamasca e il ragazzo di Dakar un colpo di fulmine nato sull'autobus: ora sono in attesa del secondo figlio.

Una studentessa di ritorno dall’università e un bel senegalese che corre per prendere l’autobus: inizia così la storia di Alessia e Ousmane. Dopo una chiacchierata già si piacciono, la loro relazione è “seria” fin da subito: “Mi sto prendendo un impegno”, le dice Ousmane.

Alessia mi parla della sua quotidianità, ripercorrendo i ricordi della convivenza, il viaggio a Dakar, per poi arrivare al presente, il rapporto con sua madre, l’educazione di sua figlia, le speranze per il futuro.

Alessia, Ousmane e la loro bambina sono una delle tante famiglie colorate, in cui la religione, la musica e le tradizioni di due Paesi lontani si incontrano, dando vita ad una storia unica e al tempo stesso profondamente normale.

Come vi siete conosciuti?

Era il 2011, in quel periodo stavo ancora studiando. Ero sull’autobus e lo vedo arrivare di corsa, per fare in tempo a salire. Al tempo era un po’ più longilineo, “Ah però! Chissà se prende questo autobus” ho pensato; e il caso ha voluto che prendesse lo stesso autobus dove ero io. Ho iniziato a parlare ad alta voce con una signora, così che si accorgesse di me; poi incredibilmente siamo scesi alla stessa fermata e abbiamo fatto un pezzo di strada insieme. Durante il tragitto abbiamo chiacchierato, finchè siamo arrivati davanti a casa mia e a quel punto mi chiede se ci possiamo rivedere!

Siccome sono molto chiacchierona, si può dire che in mezz’ora son riuscita a raccontargli quasi tutta la mia vita. Io non so se lui si fosse spaventato in quel momento oppure no, però lui è riuscito in quel poco tempo a decidere di volermi rivedere. Ci siamo scambiati il numero di telefono e ci siamo incontrati nuovamente; durante questo secondo incontro gli ho spiegato che se avesse voluto uscire ancora con me avrebbe dovuto conoscere i miei genitori. Io l’ho preparato psicologicamente per l’incontro, soprattutto perché in quel momento mio papà era malato e stava piuttosto male, erano i suoi ultimi tre mesi di vita.

Quando si è presentato a casa mia, mia mamma ha aperto la porta e ha visto questo gigante che toccava quasi lo stipite della porta ed è rimasta di stucco; mio papà non riusciva quasi più a parlare, ma davano l’impressione di essersi capiti con uno sguardo, come se lui gli avesse detto “Non so per quanto sarò ancora qui, quindi da uomo a uomo, non prendiamoci in giro”. Ousmane prima dell’incontro mi aveva detto “nel momento in cui mi fai conoscere tuo papà, sapendo anche la situazione in cui è, so che mi sto prendendo un impegno, dopo non farò scherzi”. E infatti da quel momento siamo andati avanti sempre.

Ti ha detto cosa l’ha colpito di te?

La differenza sostanziale è che è difficile trovare una ragazza italiana espansiva, che socializza con facilità, che non sia gelosa, che non ti rompa le scatole,che lasci uscire il compagno senza problemi. Sostanzialmente io sono così.

Certo però quando c’è una figlia le cose cambiano, sarebbe giusto che lui smettesse di stare fuori tutta la notte con i suoi amici; purtroppo lui non capisce e continua a comportarsi sempre nello stesso modo, ma non perché sia africano, è proprio il suo carattere. Mi piacerebbe che passasse più tempo con me e la bambina la domenica, vorrei poter pranzare insieme, fare una passeggiata… Invece lui dorme fino a tardi.

Nonostante tutto non ho voglia di litigare, quando si vuole stare insieme si cercano dei compromessi, ci si viene incontro: ad esempio, se a lui piace stare fuori fino a tardi il sabato, a me non piace fare le pulizie. L’alternativa è stare da soli, oppure tornare a casa dalla mamma, ma non è per niente una buona idea.

Che rapporto ha tua mamma con Ousmane?

Sono completamente diversi: Ousmane ama rilassarsi, è un po’ pigro. Mia mamma invece è casalinga, pulisce già dalle 7 di mattina, mette in ordine… Non potrebbero certo vivere sotto lo stesso tetto! Io invece sono più paziente.

Io cerco di fare del mio meglio, di mediare, però purtroppo non comunicano tra loro; non posso dire che non vadano d’accordo, ma si capisce che, se potessero scegliere, preferirebbero non frequentarsi. Nonostante questa scarsa simpatia, Ousmane non cerca di allontanarmi da mia mamma, anzi, mi dice “devi frequentare tua mamma, è l’unico parente che hai qua! È giusto che la frequenti, è giusto che andiamo a pranzo da lei, è giusto che la bambina la frequenti.”

Senti che c’è un motivo particolare che non li fa andare d’accordo?

Io fin da piccola ho sempre avuto molta propensione verso gli stranieri: i miei genitori non sono mai stati contenti di questo, hanno sempre desiderato che frequentassi ragazzi italiani. Io ho avuto un ragazzo italiano da quando avevo 16 anni fino a 20 e loro speravano che fosse “quello giusto”. Quando ho iniziato l’università tra noi sono iniziate le incomprensioni, perché lui avrebbe preferito che lavorassi; aveva 12 anni più di me, quindi desiderava una famiglia, è normale. Era un bravo ragazzo, però quando ho visto tutte le possibilità che avevo davanti, ho iniziato ad avere dei dubbi: volevo conoscere nuove persone, scoprire nuove realtà. In seguito ho conosciuto persone di diversi Paesi, ho tutt’ora amiche dell’Albania, del Marocco, sto bene con loro, mentre con i miei colleghi italiani non sto volentieri. Sono fatta così, è il mio modo di essere!

Com’è cambiata la vostra coppia da quando c’è la bambina?

All’inizio bene, quando ho ripreso a andare a lavorare invece… Tieni presente che lui ha un lavoro che gli consente di fare mezza giornata a casa, anche se fa le stesse ore che faccio io, io invece sono fuori praticamente tutto il giorno. La bambina sente la mia mancanza, quando esco vorrebbe uscire con me! Quando sono a casa, anche se sto riordinando, cerca le mie attenzioni, vuole le coccole o che giochiamo insieme.

La nostra coppia da tre anni è cambiata nel senso che ora si pensa anche all’educazione della bambina e non sempre siamo concordi. Ousmane per esempio la lascia giocare con il cellulare o il tablet, perché così sta buona o per farla contenta; io non sono d’accordo, è difficile evitare che lo usi tutto il giorno adesso, lo reclama già alla mattina. Purtroppo è difficile impartire un’educazione di un certo tipo se i genitori si comportano in modo opposto: se io mi comporto in un modo con la bambina, Ousmane fa il contrario, oppure mia mamma! Non c’è coerenza, la bambina ha degli stimoli contrastanti e quindi si comporta diversamente a seconda che sia con me o con lui.

Com’è il rapporto tra Ousmane e vostra figlia?

È dolcissimo: la coccola, la cambia, la veste, la sistema, le fa il bagnetto, le lava i capelli, la pettina… Quando io non sono a casa, la bambina con lui è molto più obbediente che con me! È anche vero che io sono sempre fuori, mentre lui per mezza giornata è a casa. Quindi è più lui che la porta al nido, la va a riprendere… Con me invece tende a tirar la corda per vedere fino a dove può spingersi. Io la capisco, capisco che abbia voglia di giocare, però come si dice, il gioco è bello quando dura poco. Abbiamo una specie di rapporto conflittuale. Non è che a me non tenga, per esempio alla mattina lei vorrebbe uscire con me, ma purtroppo non può; mette le scarpine, vede che io esco e inizia a piangere dalla disperazione, ma io devo andare. Nel weekend va un po’ meglio, però ha sempre quel modo di fare.

Com’è stato scoprire di aspettare un altro bambino?

Quando ho saputo del secondo è stata una sorpresa. Lui l’ha presa benissimo, anche meglio di me che non so bene cosa pensarne. All’inizio volevo il secondo figlio, però quando vedi che il primo sta diventando grande e più indipendente, che sta per iniziare l’asilo, ti passa la voglia di ricominciare da capo. Però ormai siamo qui e non si può tornare indietro.

Qual è il momento più bello della vostra vita insieme?

Il periodo prima di concepire la bambina e i 9 mesi della gravidanza, ovvero il periodo durante il quale abitavamo a Bergamo. La vita era più semplice: andavamo a lavorare a piedi entrambi, riesci a gestire la casa senza troppi problemi, vai a ballare ogni sabato sera. È più facile, quando non hai figli hai meno pensieri, mi divertivo un sacco. Dopo che è nata la bambina le cose sono cambiate, ma te lo potrebbe dire qualsiasi coppia, indipendentemente dal fatto che sia una coppia mista, composta da solo italiani o solo stranieri. Prima di avere figli vivi in due, nel momento in cui arrivano i figli sono sempre di mezzo, inizi a discutere per questioni che riguardano il bambino e sta sicuro che in qualsiasi cosa il bambino sta sempre nel mezzo e sarà così per tutta quanta la sua vita. fino a che non avrà almeno 20 anni. E quando il bambino non avrà più le sbarre al lettino e tu avrai un momento di intimità, capiterà che… abbiamo anche gli spettatori! [ride] Come dire, non hai più una sfera tua, non esisti più.

Parlami del vostro rapporto con la religione.

A livello di religione io e lui non abbiamo particolari conflitti, anzi. Ad esempio, Ousmane ha seguito il corso prematrimoniale per sposarsi con me in chiesa, il matrimonio era una condizione necessaria per entrambi per poter vivere insieme. Al momento noi risultiamo sposati secondo l’Islam, ma non risultiamo sposati secondo la Chiesa cattolica perché, anche se abbiamo fatto il corso prematrimoniale, servono molti altri documenti difficili da reperire. In seguito abbiamo avuto la bambina, ora ne aspettiamo un’altra, vorremmo comprare un appartamento… Ci sono state altre priorità. Vorremmo sposarci in chiesa, ma è difficile trovare tutti i documenti e far venire i parenti, i miei dal Veneto e i suoi da Dakar.

Li hai conosciuti?

Si, sono andata a Dakar un paio di anni fa, fosse per me ci vivrei! Il posto più bello del mondo. Naturalmente dipende da cosa ti aspetti, da come pensi che sia, da quali sono le tue esigenze. Come qui, ci sono case di tutti i tipi, dalle più alle meno ricche. I suoi genitori non sono riuscita a conoscerli perché suo papà è morto quando lui aveva circa vent’anni, ed è per quello che Ousmane è venuto in Italia, vent’anni fa. Sua mamma era ancora in vita quando noi ci siamo conosciuti, però è venuta a mancare poco prima che io andassi là, quindi non ho conosciuto nessuno dei due. In compenso ho conosciuto tutte le sue sorelle, suo fratello, mi sono divertita tantissimo, loro sono delle persone veramente disponibili e affettuosissime, fanno di tutto per metterti a tuo agio. A me è piaciuto, mi sono sentita a casa, mi son sentita accolta.

Ci sei tornata altre volte?

No, purtroppo siamo riusciti ad andarci solo una volta…

Cos’è che ti piace di Ousmane?

Abbiamo un modo di vedere le cose per certi aspetti simile. A mano a mano che proseguiamo la nostra relazione, mi colpisce la sua capacità di non perdersi mai d’animo; e poi assomiglia in tantissimi aspetti a mio papà, all’inizio non me n’ero resa conto ma ora me ne accorgo.

Cosa vi piace fare insieme?

Fare le passeggiate in centro, andare a ballare. Ci piaceva andare a ballare al Kilimangiaro, si può definire un circolo senegalese afro, perché fanno serate senegalesi, nigeriane. Adesso con la bambina è più difficile, aspetto che cresca così ci possiamo tornare, anche con lei.

Se tornassi indietro lo rifaresti?

Probabilmente sì, anche il secondo figlio. L’unica cosa che non so che farei ancora sarebbe tornare a Valbrembo. All’inizio della convivenza eravamo in centro, poi mia mamma ha insistito molto perché tornassimo a Valbrembo, non ama guidare. In seguito si è giustificata dicendo “sei tornata qua perché avevi bisogno di me”, mentre in realtà lei mi aveva detto che stando vicine ci saremmo aiutate a vicenda. All’inizio ha cominciato ad aiutarmi, a tenermi la bambina, ma dopo i primi tre mesi mi ha detto che non ce la faceva più e sono stata costretta a trovare rapidamente l’asilo nido per la bambina, dovrò fare lo stesso anche con il secondo. Se potessi tornare indietro quindi non sceglierei di tornare a Valbrembo e assecondare mia mamma, perché ho sempre cercato di assecondare mia mamma, assecondare lui, non posso assecondare tutti.

Che progetti avete per il futuro?

Vorremmo acquistare una casa. L’unica cosa che mi infastidisce è che tutti i miei progetti hanno l’ombra di mia mamma: io avevo già pensato di acquistare casa, per avere un appartamento di proprietà, così ci possiamo fare quello che vogliamo e resterà ai nostri figli. Mia mamma invece dice “adesso che sei incinta non mi pare il caso di comprare casa, con tutte le spese che avrai!” Io vedo tutti quelli che conosco, anche con tre figli, sono riusciti a comprare casa, a mantenere i figli negli studi, a sopravvivere. Perché io non dovrei farcela? Anche Ousmane dice “Ascolta, Alessia: ce l’abbiamo sempre fatta, ce la stiamo facendo, secondo me se facciamo il mutuo ce la faremo comunque”.

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