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A cologno

Omicidio aggravato: chiesto il giudizio immediato per il marito di Zina

Maurizio Quattrocchi, operaio di 47 anni reo confesso della morte della moglie, rischia l'ergastolo

Omicidio aggravato perché commesso contro la moglie, e porto d’arma. Con queste accuse il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha chiesto il rinvio a giudizio immediato per Maurizio Quattrocchi, operaio di 47 anni reo confesso della morte di Zinaida Solonari, 36enne di origini moldave.

L’omicidio nella notte tra il 5 e il 6 ottobre scorso in via Alberto da Giussano a Cologno al Serio. Quattrocchi attende l’arrivo della consorte sotto casa della sorella, dove “Zina” si era trasferita da qualche giorno per i continui e violenti litigi con quell’uomo.

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La 36enne torna verso le 2, dopo aver concluso il turno di lavoro in un ristorante della zona. Lui è nascosto nel cortile, dietro al portone. Appena la vede l’aggredisce con un coltello a serramanico: un paio di fendenti, di cui uno nella zona tiroidea-giugulare che ne causa la morte e lascia le tre figlie (di cui una avuta da precedente relazione) senza una madre. A quel punto il 47enne sale sulla sua Peugeot e scappa. Ma a Martinengo, il pomeriggio successivo, viene accerchiato dai carabinieri: si costituisce e viene arrestato.

Tra i due i rapporti erano difficili a causa dell’aggressività del marito, come testimoniano le due denunce arrivate in caserma a Urgnano nel giro di dieci giorni: l’ultima il 3 ottobre, due giorni prima dell’omicidio.

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Durante l’interrogatorio davanti al Gip Federica Gaudino l’uomo, difeso dall’avvocato Gianfranco Ceci, aveva dichiarato: “E’ stato il mostro della gelosia a trasformarmi in una bestia, io non volevo ammazzarla. Ora ho perso lei e le mie figlie. Mi aveva amato tantissimo, non se lo meritava”.

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