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A bergamo

“Operazione al fegato, a Londra gli han detto no, il mio amico Ervin salvato al Papa Giovanni”

Ervin, un papà di 39 anni, ha subito un delicato intervento al fegato all'ospedale di Bergamo che gli ha salvato la vita

L’intervento è stato lungo e complicato, ma è andato bene: tutto sta proseguendo in modo positivo ed è la cosa più importante. Ervin, un papà di 39 anni, è ancora sotto osservazione all’ospedale “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo, ma il peggio sembra essere passato: in casi delicati come questo l’utilizzo del condizionale è d’obbligo anche se i segnali sono incoraggianti e lasciano ben sperare.

Nella giornata di lunedì 3 febbraio, ha subito un’operazione al fegato, che sin da piccolo gli aveva dato problemi e negli anni le sue condizioni erano peggiorate. È stato sotto i ferri 12 ore: non si trattava di un “semplice” trapianto perché aveva anche altre problematiche alla vena porta del fegato, il tronco venoso che conduce a quest’organo il sangue che proviene dal tubo digerente, dalla milza, dal pancreas e dalla cistifellea.

Sonila, un’amica d’infanzia di Ervin, racconta: “I medici e tutto il personale del Papa Giovanni XXIII sono stati bravissimi: oltre a una notevole preparazione tutta l’equipe ha avuto una grande umanità e gentilezza, lo ha messo a suo agio, accudito e incoraggiato trasmettendogli positività. Qui lo hanno accolto e operato, mentre in altre città non è stato così: ha scoperto che avrebbe potuto salvarsi solamente ricevendo un fegato nuovo circa un anno fa quando si trovava a Londra, ma questo intervento là gli sarebbe costato così tanto che non gli sarebbero bastate tre vite per pagarlo, e comunque non gli avevano dato garanzia che sarebbero stati in grado di operarlo perché i rischi erano troppi. In cerca di altre soluzioni, è stato a Milano, dove è stato accolto con tanta gentilezza e curato molto bene per un lungo periodo, ma per l’intervento gli hanno comunicato la stessa triste notizia di Londra: neanche qui l’avrebbero operato. Così si è recato a Bergamo e lo hanno salvato”.

L’ospedale Giovanni XXIII per lui è stata la svolta. Sonila prosegue: “Dopo aver esaminato ogni dettaglio e averlo sottoposto ad altre cure, è stato inserito nella lista d’attesa per il trapianto di fegato. Dopo alcuni mesi, rimanendo sempre sotto osservazione, lunedì  ha ricevuto la telefonata più importante della sua vita: il fegato nuovo era arrivato e dovevano eseguire il trapianto. Siamo corsi in ospedale e, dopo aver compiuto vari esami, è entrato in sala operatoria alle 22:30 (sorridendo e ballando). Il team del professor Michele Colledan con a capo la dottoressa Michela Guizzetti e il dottor Domenico Pinelli ha lavorato senza sosta per salvargli la vita e ci sono riusciti. È una bella notizia e dà speranza: Ervin sta bene, è vivo e forte fisicamente. Crede fortemente in Dio, la fede in questo periodo lo ha aiutato molto a rimanere positivo e a non sentirsi solo: è convinto che sia stato Dio a scrivere questo destino per lui. Io invece credo che, se davvero Dio esiste, non può che essersi fatto in tantissime particelle divine sparse per il mondo abitando ogni medico, tra loro e più di tutti, i medici dell’Ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo”.

Le prossime ore sono molto importanti per capire se il fegato di Ervin continua e continuerà a funzionare correttamente: in attesa di altre buone notizie non resta che augurargli il meglio.

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