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Appunti & virgole

Atalanta sulle montagne russe: meglio fuori casa, ma è quarto posto fotogallery

Sempre una gran classifica e zona Champions. Cinque punti in più conquistati in trasferta. Ma col Genoa Zapata serviva ancora

Ci siamo abituati bene. L’Atalanta prende (dire conquista sa un po’ di beffa) il primo pareggio della stagione a Bergamo e il risultato fa notizia. Perché giocava contro l’ultima della classe, perché vincendo avrebbe potuto staccare la Roma, perché ha preso gol evitabili e non ne ha segnati altrettanti. Senza contare la sofferenza, in mezzo al campo.

Ma, appunto, si resta alla fine con quella faccia un po’ così (come dicono a Genova), proprio perché c’era la convinzione generale che non si sarebbe ripetuta la partita con la Spal e che, pur senza segnare una valanga di gol come al Toro, si poteva (si doveva) vincere.

Invece… alla fine è accettabile il pareggio, tenendo conto che partite come queste nascono male e difficilmente riesci a recuperarle, a raddrizzarle e rischi anche di perderle.

A proposito di abitudini. Stare in alto è molto bello e se guardiamo all’anno scorso, alla 22a giornata, l’Atalanta era quinta a un punto dal Milan quarto, 35 punti contro i 36 dei rossoneri. Mentre oggi siamo a 39, comunque più su e anche in zona Chamnpions alla pari con la Roma. Certo, se contro le ultime guadagni solo un punto, tra Spal e Genoa, per di più in casa tua, qualche domanda te la devi fare.

Potremmo partire dalla fine. Cioè dalla conferenza stampa del mister, che ha esternato un po’ di preoccupazione: “Se abbiamo sofferto a centrocampo? Non solo lì: ho provato a mettere il Papu in mezzo, poi Pasalic, poi Freuler che comunque garantisce più copertura. Non posso pretendere che Ilicic sia sempre strepitoso, così come Gomez e altri, devo recuperare Zapata, devo recuperare Caldara…Devo riflettere un po’ sulla squadra, che ha dato molto ma non può garantire sempre prestazioni super”.

Potremmo aggiungere che nemmeno Gasperini può essere sempre strepitoso ed è normale, anche lui non è detto che indovini tutto, qualcosa può sbagliare: ci siamo chiesti tutti perché è stato tolto Zapata a mezz’ora dalla fine, per mettere davanti il ‘finto nueve’ Ilicic che però non era al meglio, salvo poi correggere dopo un quarto d’ora e togliere lo stesso Ilicic per inserire Muriel. Nell’assedio finale forse avrebbe fatto più comodo Zapata, che aveva risolto anche all’andata al 95′ e d’accordo che allora era un altro Duvan. Però stavolta ha fatto comunque due assist. E se non ha fatto gol è un po’ anche merito di Perin, che da vice portiere nella capolista Juve prova ora a salvare con le sue prodezze il Genoa. Sui tiri di Gosens e Djimsiti, anche sul palo di Toloi, Perin c’era sempre.

Atalanta quindi un po’ col fiato corto? Un po’ su e giù, dal partitone con l’Inter al ko con la Spal, dalla valanga sul Toro alla frenata col Genoa, che fa felice più che altro Masiello, in lacrime per l’accoglienza del suo (ex) pubblico, ma contento perché la sua nuova squadra ha dato battaglia, come dovrà fare tante volte per salvarsi e ha tenuto testa ai nerazzurri.

Resta una realtà che anche i numeri inquadrano bene. Cioè che l’Atalanta va meglio fuori casa, 22 punti contro 17 e una sola sconfitta (2-1 a Bologna) contro quattro.

Chiaro, è più complicato giocare contro squadre che si chiudono ma anche che sanno (come il Genoa) battagliare, essere aggressive e più incisive a centrocampo, essere brave a impedire che la Dea si esalti. Non solo: se ti viene a mancare la spinta sugli esterni, da sempre punto di forza dell’Atalanta di Gasp, non è semplice pensare di vincere. Contro il Genoa ha funzionato bene Gosens, meno l’altra fascia, contro la Spal mancavano due esterni e ci sono stati problemi…

Ora si va verso una fase cruciale. A Firenze sabato, poi lo scontro diretto con la Roma, poi il Valencia in Champions: tutte battaglie, ma chi avrebbe pensato di giocarsi il quarto posto a questo punto?

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