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Aterosclerosi

La cardiologia interventistica di Humanitas Gavazzeni in diretta mondiale

Bergamo fa scuola al LINC, Leipzig Interventional Course, per trattare l’aterosclerosi di carotidi e arti inferiori.

Si tiene a Lipsia fino a venerdì 31 gennaio il LINC, Leipzig Interventional Course (www.leipzig-interventional-course.com), uno tra i più importanti congressi di interventistica vascolare a livello mondiale, che anche quest’anno vede gli specialisti del Dipartimento Cardiovascolare di Humanitas Gavazzeni in prima linea.

L’appuntamento periodico riunisce migliaia di professionisti e ha come scopo la collaborazione tra colleghi di diverse specialità (cardiologi, angiologi, chirurghi vascolari, cardiochirurghi e radiologi) per promuovere lo sviluppo di terapie endovascolari che abbiano un’efficace ricaduta nella pratica clinica di tutti i giorni.

In particolare, martedì 28 gennaio, l’équipe di cardiologia interventistica di Humanitas Gavazzeni ha trasmesso 4 casi in Live Surgery per approfondire alcune tecniche operatorie che il Cardio-Vascular Team del dottor Alberto Cremonesi ha contribuito a ottimizzare negli ultimi anni, come l’angioplastica carotidea per trattare in via endovascolare l’aterosclerosi carotidea.

Fausto Castriota e Antonio Micari, rispettivamente responsabile e co-responsabile della Cardiologia Interventistica e Strutturale di Humanitas Gavazzeni, insieme all’équipe di emodinamica, hanno affrontato interventi di angioplastica carotidea, iliaca, femorale e un’angioplastica dei vasi di gamba. Tutte situazioni in cui occorre intervenire in modo mininvasivo per ripristinare il corretto fluire del sangue e quindi la salute dei pazienti.

Aterosclerosi: una malattia sistemica

L’azione combinata dei vari fattori di rischio quali diabete, ipertensione, colesterolemia, abitudine al fumo, determina la formazione di ‘restringimenti’ dei vasi arteriosi in distretti diversi dell’organismo, con conseguenze differenti: se a restringersi sono le carotidi (le arterie che portano sangue al cervello), il paziente è a forte rischio di ictus, se a restringersi sono i vasi degli arti inferiori il paziente sente dolore nel camminare e percepisce un peggioramento della qualità della vita. Inoltre, pur avendo manifestazioni sintomatiche diverse della stessa patologia, tutte queste persone sono a rischio di infarto. Da ciò deriva l’utilità di avere e formare specialisti in grado di trattare tutti i distretti vascolari e di monitorare nel tempo il rischio globale di ogni persona in cura per intervenire al momento più opportuno, dove necessario.

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