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In sant'agostino

“Frida e le altre”, inaugurata la mostra dedicata alla Shoah

L'esposizione, nata dalla collaborazione fra Isrec Bergamo e Fondazione Fossoli, racconta la storia del campo di prigionia emiliano attraverso la storia di nove personalità femminili che, con i loro gesti quotidiani, hanno saputo affrontare le sofferenze causate dal conflitto, la scomparsa dei propri cari e la Resistenza

Guardare la tragedia dell’Olocausto attraverso gli occhi di una donna.

È questo l’obiettivo di “Frida e le altre – Storie di donne, storia di guerra: Fossoli 1944”, la mostra inaugurata in occasione del Giorno della Memoria all’interno del chiostro di Sant’Agostino.

L’esposizione, nata dalla collaborazione fra Isrec Bergamo e Fondazione Fossoli, racconta la storia del campo di prigionia emiliano attraverso la storia di nove personalità femminili che, con i loro gesti quotidiani, hanno saputo affrontare le sofferenze causate dal conflitto, la scomparsa dei propri cari e la Resistenza.

“Il filo rosso che ha legato queste donne è stata la capacità di opporsi sin da subito alla violenza nazi-fascista, proteggendo così la vita umana e segnando un nuovo percorso verso il futuro – ha spiegato la presidente dell’Isrec Elisabetta Ruffini -. Attraverso i loro volti abbiamo avuto modo di descrivere non soltanto la vita all’interno della struttura, ma anche quella esterna come nel caso di alcune di loro che raggiungevano l’area per poter offrire sostegno a mariti e parenti”.

Fra i ritratti toccati spiccano quelli di Rachela Lea Stern Manas, arrestata a Treviglio e scomparsa tra gli orrori di Auschwitz e quello di Lidia Minardi, figlia di Luigi, antifascista e tra i primi a organizzare la Resistenza a Bergamo.

“Nonostante avesse sedici anni, Lidia non si arrese all’arresto del padre che pochi giorni dopo venne condotto a Fossoli. In grado di mantenere la famiglia con il proprio lavoro, assieme alla madre cercò di ottenere costantemente informazioni dalle autorità, tenendo così viva la memoria del genitore – ha sottolineato Ruffini -. Diversa invece la vicenda di Rachela che, in fuga dalle persecuzioni, lasciò l’Austria per raggiungere il nostro paese dove da anni viveva la figlia. Dopo aver risieduto nella cittadina della Bassa come internata libera, con la circolare del novembre 1943 venne arrestata e deportata prima a Fossoli e poi ad Auschwitz dove morì”.

mostra shoah frida

Diverse le autorità presenti alla manifestazione, fra le quali il prefetto Elisabetta Margiacchi, l’onorevole Elena Carnevali, la direttrice dell’Ufficio Scolastico Territoriale Patrizia Graziani, il rettore dell’ateneo cittadino Remo Morzenti Pellegrini e il prorettore alla comunicazione istituzionale Paolo Buonanno il quale ha sottolineato l’importanza della memoria storica.

“Alla luce del percorso intrapreso durante quest’anno, abbiamo deciso di ospitare questo progetto a cui seguiranno alcuni eventi collaterali – ha dichiarato Buonanno -. Ciò che ci è piaciuto maggiormente è stato il legame creato fra i volti e le storie perché, a differenza di date e testi, ci consente di sentirci più vicini a quanto accaduto”.

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