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Il caso

Piazza Dante, Palazzo Frizzoni tira dritto: lunedì si apre il cantiere

Ora la riqualificazione parte dal taglio degli alberi. Nella piazza ci sono otto olmi, tre aceri e tre faggi, quest’ultimi sono gli unici che non verranno tagliati

A Bergamo si dice esista un partito definito “Toca negòt” tradotto dal dialetto sarebbe “Non toccare nulla”. Nel senso di lasciare tutto come è per non far danni e non sollevare polemiche. Poi succede che ci si lamenta perché il centro città muore e non si fa nulla per rivitalizzarlo. Allora il Comune di Bergamo – amministrazione Gori primo mandato – ha assegnato in un concorso pubblico la riqualificazione del centro piacentiniano. Circa 40 mila metri quadrati nel cuore di Bergamo. Incontri, dibatti, progetti presentati in pubblico. Nessuna polemica, tutto fila liscio. Poi arriva il primo intervento. “Si tratta del primo lotto dei lavoro per un milione e mezzo di euro per riqualificare Piazza Dante” spiega l’assessore all’urbanistica Francesco Valesini.

Ora la riqualificazione parte dal taglio degli alberi. Nella piazza ci sono otto olmi, tre aceri e tre faggi, quest’ultimi sono gli unici che non verranno tagliati.

Piazza Dante

“Le piante rimosse per consentire gli interventi sull’edificio sottostante – precisa l’assessore al verde Marzia Marchesi – saranno sostituite con alberi di seconda grandezza, piantati a riformare l’anello circolare attorno alla fontana. La fontana verrà smontata, rimontata e restaurata, come già successo in occasione della costruzione del Diurno nel 1950, anche se in posizione leggermente più esterna in modo tale da ricreare l’icona della fiera settecentesca”.

Ora per bloccare il taglio degli alberi alcuni cittadini si sono incatenati. Un agronomo ha presentato la sua analisi dichiarando che sono sani. La Procura ha aperto un fascicolo.

Qui ci vorrebbe un bel respiro. Fermarsi e pensare se per il nuovo ingresso al Louvre, ovvero la creazione della piramide di vetro davanti al museo, si sono fatte tante polemiche. (Sì, si son fatte e non era Piazza Dante). Piazza Dante nasce senza alberi nel progetto di Piacentini, proprio perché l’architetto voleva rimarcare un disegno geometrico e di collegamento tra le varie piazze del circondario. Basta spostarsi da lì e pensare a piazza della Libertà, dove nessuno dirigente comunale ebbe la sventurata ipotesi di piantare un albero.

Il taglio degli alberi si rende necessario “perché non è possibile, vista la loro altezza, la loro età e le radici connesse tra loro – annota l’assessore Marchesi – poterle trapiantarle altrove”. E l’assessore rammenta quando la polemica si abbatté sugli alberi davanti alla sede del Credito Bergamasco, furono trapiantati in un parco e morirono. “L’amministrazione comunale spese molti soldi per quella operazione per assecondare il volere del cittadini, ma si spesero inutilmente i soldi pubblici” conclude Marchesi.

Piazza Dante

PERCHÈ SI TAGLIANO QUESTI ALBERI?

La risposta è semplice. La piazza ha due basi, la prima superiore con gli alberi e la fontana, la seconda inferiore che accoglie gli spazi dell’ex Diurno. Spazi realizzati alla fine degli anni Quaranta sotto piazza Dante (come rifugio anti bombardamento, anche se per tale motivo non fu mai utilizza) e chiusi da oltre 40 anni. Nel 1976, per la precisione. Nel dopoguerra gli spazi sotto piazza Dante hanno ospitato il Diurno. Dopo la chiusura sono stati vincolati dalla Soprintendenza nel 2014. Due anni dopo, nel 2016, il Demanio ha pubblicato due bandi di alienazione, andati entrambi deserti. Solamente al terzo tentativo è stato aggiudicato all’unico e solo partecipante.

“Un segnale evidente che la rimuneratività dell’iniziativa privata presenta in realtà non pochi rischi d’impresa – puntualizza Valesini -. Gli interventi connessi all’agibilità di questi spazi sono a totale carico del privato, comprese le vie di fuga. Quest’ultime sono dimensionate secondo obblighi di legge, in proporzione alla grandezza dei locali che dovranno servire e, per renderli fruibili, si sarebbero dovute realizzare anche se la proprietà fosse stata pubblica. Si è deciso di chiuderle con strutture vetrate completamente trasparenti per evitare il formarsi di sporcizia e conseguente degrado. Il Comune pagherà solamente gli interventi di riqualificazione previsti su suolo pubblico”.

Questo primo passo su piazza Dante aprirà le danze sul più complesso recupero del Sentierone con grandi vasche di verde e rientra in quel disegno dell’amministrazione comunale di far diventare attrattiva la parte centrale della città con nuovi spazi commerciali come l’ex Banca San Paolo sul Sentierone e la nuova vita che aspetta il Cinema Nuovo.

Piazza Dante

Mariola Peretti, architetto e progettista della riqualificazione del Centro Piacentiniano, per anni impegnata in Italia Nostra – insomma una che non ha certo la moto sega facile – spiega: “Per la corretta e doverosa conservazione dell’Ex diurno va garantita l’impermeabilizzazione delle coperture e il loro consolidamento: non è un’opzione eludibile sia per la tutela dell’edificio ipogeo vincolato, che per evitare interventi di rifacimenti successivi sul suolo della piazza necessari per tamponare alla meglio le infiltrazioni”.

Piazza Dante

Se si osserva bene il progetto di riqualificazione di Piazza Dante, l’area conserverà intatti gli elementi che oggi la caratterizzano. La presenza del verde verrà mantenuta nella stessa posizione di quella attuale e l’asfalto ora presente sarà sostituito da una pavimentazione in pietra. Quindi un miglioramento.

Il progetto è frutto di un percorso nato cinque anni fa che ha visto il coinvolgimento e la partecipazione diretta di più 1000 cittadini, con appuntamenti aperti al pubblico che si sono svolto sia all’Urban Center sia negli spazi dell’ex Fiera sul Sentierone. Incontri che hanno visto la partecipazione di circa 8 mila persone.

Piazza Dante

PERCHÈ PALAFRIZZONI TIRA DRITTO
Le polemiche in questi giorni non sono mancate. Così come le dimostrazioni, i manifesti affissi sugli alberi, cortesi e sit in. Tutto legittimo. Ma c’è da chiedersi dove siano questi cittadini quando si discute del futuro della città? Ecco perché Palazzo Frizzoni tira dritto questa volta. La maggioranza ha deciso nei vari incontri. Con tutto rispetto di tutti coloro che si affacciano ora nel dibattito.

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