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La recensione

Il film “18 regali” è un inno alla vita

La visione di questo film è un viaggio profondo, fatto di brividi dall’inizio alla fine

La sensazione quando si esce dal cinema dopo aver visto questo film? Si ha l’anima in subbuglio, ma allo stesso tempo un grande sorriso nascosto fra le lacrime perché è stata celebrata la vita.

In questo film viene proiettato l’amore, quello vero, tra una madre e una figlia.

È infatti tutto esaurito per 18 regali e per la storia di Elisa Girotto che ha ispirato la realizzazione di questo film.

Ma chi è Elisa? È una donna che con un coraggio disarmante non ci pensò due volte e organizzò un modo per rimanere comunque una figura presente nella vita di sua figlia, un cammino fino alla sua maggiore età attraverso 18 regali.

La vicenda risale al 2017, quando Elisa Girotto, della provincia di Treviso, scopre nel corso della gravidanza di essere affetta da un tumore al seno purtroppo incurabile e decide, insieme al compagno Alessio, di anticipare le nozze, di coronare nel poco tempo che le rimane il sogno di ogni donna con la persona che si ama, e il pensiero va immediatamente anche alla figlia che porta in grembo che fa nascere in lei l’idea di lasciarle un’eredità; infatti Anna,la figlia, sarà costretta a crescere senza i suoi consigli e il suo amore.

La storia di Elisa e della sua famiglia ha commosso la stampa e il mondo intero; attraverso i social ha fatto il giro di tutto il mondo, tanto che le offerte per la realizzazione di questo film sono state davvero numerose, ma il marito ha deciso di collaborare per la realizzazione del film solo con la produzione italiana conoscendone il cast.

Un cast eccezionale che vede al suo interno Vittoria Puccini, Benedetta Porcaroli (giovanissima attrice volto noto grazie alla serie Netflix Baby) e Edoardo Leo. Per non parlare della regia di Francesco Amato e le musiche di Andrea Farri.

Questo film è riuscito a trasformare un dolore assordante in una chiave di speranza anche grazie alla creazione dei contenuti cinematografici che hanno reso possibile quell’incontro fra mamma e figlia,oramai cresciuta ,che nella vita reale non è mai avvenuto e che servirà alla Anna adolescente per capire molte cose.

Un film che fa riflettere molto “sull’importanza delle piccole cose, quelle che vanno custodite gelosamente”.

Troviamo dei temi forti, come la malattia e l’impossibile divisione metaforica di una madre e di una figlia; centrale in tutto ciò è anche la figura del marito della donna, l’uomo impotente che cercherà di portare avanti le volontà di sua moglie per amore nel miglior modo possibile, anche sbagliando, perché così fanno i genitori, così facciamo tutti.

La visione di questo film è un viaggio profondo, fatto di brividi dall’inizio alla fine, alla riscoperta dell’amore che incondizionatamente ci travolge e che fin dalla nostra nascita nessuno potrà mai portarci via, nemmeno la morte.

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