Falsi permessi di soggiorno e i ricongiungimenti familiari di cittadini cinesi in cambio di mazzette. Undici gli imputati finiti a processo. Martedì c’è stata un’udienza preliminare straordinaria con il gup Lucia Graziosi al termine della quale il pubblico ministero Carmen Santoro ha formulato le richieste.
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Perno del meccanismo con un giro di affari di mezzo milione di euro per i permessi falsi di soggiorno Leandra Arnaldo Pavorè, 58 anni, brasiliana, già titolare delle agenzie di pratiche “Pavorè &Dong srl” e “Pavorè agenzia d’affari” in via Borgo Palazzo e candidata con Forza Italia alle elezioni del 26 maggio scorso per la carica di consigliere a Bergamo. Il pm per lei, ai domiciliari da novembre, ha chiesto 8 anni (e 60 mila euro). Nella prossima udienza, il 20 febbraio ci sarà la replica del suo difensore, avvocato Eliana Cappuccio.
Per Pierpaolo Perozziello, che svolgeva la funzione di coadiutore contabile in questura, sono stati chiesti 5 anni. Per Andrea Sciortino, ex agente della Polizia di Bergamo, sei anni (e 40mila). Per Leo Pezzimenti, ex vigile al comando di Bergamo, 4 anni e quattro mesi (e 18 mila) e infine per Mattia Cirrone, all’epoca dei fatti capo de vigili di Orio al Serio, quattro anni e due mesi.
La prossima udienza è in programma il 20 febbraio, in cui si discuterà anche della posizione di Walter Flaccadori.
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