È un pareggio agrodolce quello che l’Atalanta conquista a San Siro contro l’Inter. Un pari che ha il sapore amaro per quel calcio di rigore parato da Handanovic a Muriel all’ultimo respiro, 2 minuti prima del 90′.
I bergamaschi meritavano di vincere, senza ombra di dubbio: contro la capolista la squadra di Gasperini ha dato un’altra – l’ennesima – lezione di calcio agli avversari. Da qui, appunto, l’amarezza di non essere riusciti a strappare il bottino pieno, che sarebbe stato il giusto premio per Gomez e compagni.
Il dato che salta all’occhio dopo il fischio finale è quello relativo al possesso palla: 67% per l’Atalanta, 33% per l’Inter. È il miglior riassunto di un match che i bergamaschi hanno dominato in lungo e in largo.
In realtà erano stati gli uomini di Conte a partire forte, con il palo di Lukaku, il gol di Lautaro (4′) e la seconda occasione creata dal giovane argentino salvata sulla riga da Palomino.
Poi è stata solo Atalanta. Nel primo tempo i nerazzurri bergamaschi hanno reclamato un calcio di rigore (dalle immagini, abbastanza netto) per una trattenuta di Martinez su Toloi, che non è arrivato sulla respinta di Handanovic su un colpo di testa ravvicinato di Pasalic.
Nella ripresa stessa musica: Inter chiusa dietro a difendere il vantaggio e bergamaschi padroni del gioco che creano occasioni da gol.
Si ricordano: un palo di Malinovskyi, un sinistro di Gosens da ottima posizione finito in curva, un’altra conclusione dell’ucraino alta di poco.
Poi, al 75′, il pareggio di Gosens, bravissimo ad arrivare su una carambola nata da un tiro di Ilicic.
Nel finale il calcio di rigore che poteva regalare i tre punti alla Dea: Malinovskyi steso in area da Bastoni, ma Handanovis è mostruoso nel deviare in corner la conclusione dagli undici metri di Muriel.
Finisce così 1-1. Per l’Inter è un sospiro di sollievo, per l’Atalanta un’occasione d’oro andata in fumo. Ma restano sensazioni più che positive.
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