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La perizia

La deviazione della Mini che ha travolto la Vespa con Luca e Matteo

L'ingegnere Fabio Donato, su incarico del gip Vito di Vita, ha ricostruito l'incidente avvenuto la notte del 4 agosto ad Azzano

Una leggera deviazione dell’auto a destra prima dell’urto con la moto, a circa ottanta chilometri orari, che sbatte contro il guard rail per poi finire la sua corsa a oltre quaranta metri dal punto dell’impatto. Sono le conclusioni del perito nominato dalla procura per la perizia cinematica dell’incidente avvenuto la notte tra il 3 e il 4 agosto scorso ad Azzano San Paolo. Quello costato la vita a Luca Carissimi, 21 anni, e all’amico Matteo Ferrari, 18, entrambi del quartiere cittadino di Borgo Palazzo.

A travolgere la Vespa su cui viaggiavano è stata la Mini guidata da Matteo Scapin, 33enne di Curno, indagato per omicidio volontario, con a fianco la fidanzata. Sarebbe stato proprio un complimento di troppo alla ragazza, all’interno della discoteca Setai di Orio al Serio, a innescare lo screzio tra l’investitore e la compagnia di giovani con Luca e Matteo. Poi la rissa, fuori dal locale, l’inseguimento, la rottura del lunotto dell’auto in circostanze misteriose, e il tremendo impatto.

L’ingegnere Fabio Donato, su incarico del giudice Vito di Vita, ha ricostruito quegli attimi. A partire dalla cosiddetta fase pre urto. La Vespa con i due ragazzi dopo aver svoltato all’incrocio tra via Portico e la Cremasca, procedeva sul margine destro della carreggiata, mentre la Mini dopo aver girato all’incrocio, proseguiva inizialmente con una traiettoria sostanzialmente parallela allo scooter per poi compiere una leggera deviazione a destra prima dell’urto.

Testimoni all’epoca avevano raccontato di aver visto la Mini accelerare puntando la moto e poi andar via a forte velocità. Una reazione di rabbia, secondo l’accusa, dopo che uno dei passeggeri della Vespa avrebbe rotto il lunotto.

Il contatto è avvenuto tra il paraurti anteriore della vettura in corrispondenza della zona abrasa, vicino allo spigolo destro del porta targa, e il posteriore del motociclo. Successivamente all’urto, definito di lieve entità, la moto cadeva a terra sul fianco sinistro finendo contro il guard rail. Dopo l’impatto la Mini si spostava invece repentinamente a sinistra superando la moto e i due ragazzi, e proseguiva la sua marcia in modo accelerato con una velocità stimata oltre gli ottanta chilometri orari.

Una ricostruzione che potrebbe aggravare la posizione di Scapin, ora ai domiciliari ma che presto potrebbe tornare in cella dopo il ricorso della procura contro la scarcerazione decisa dal Gip  e accolto dal Riesame. Il difensore del 33enne, Andrea Pezzotta, ha fatto ricorso in Cassazione che si pronuncerà entro il 28 gennaio.

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