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"chiedo almeno le scuse"

“Mia figlia molestata sulla nave da crociera: nessuno dell’equipaggio ci ha aiutati”

Quello che doveva essere un sogno, una vacanza in crociera, è diventato un vero e proprio incubo per una famiglia bergamasca che aveva scelto di passare il Natale sul Mediterraneo

Quello che doveva essere un sogno, una vacanza in crociera su una nave di quelle più note e pubblicizzate, è diventato un vero e proprio incubo per una famiglia bergamasca che aveva scelto di passare il Natale sul Mediterraneo.

“Un molestatore ha perseguitato mia figlia durante la nostra vacanza – ci racconta in una lettera firmata la madre della ragazzina -. Abbiamo denunciato, ma nessuno dell’equipaggio ci ha dato una mano”.

Assieme alla lettera in redazione arrivano anche i documenti ufficiali della denuncia fatta dalla madre e dal padre della ragazza che, secondo quanto raccontato e denunciato, sarebbe stata avvicinata più volte da un molestatore che avrebbe preso di mira anche altre giovanissime presenti sulla nave.

“Il primo episodio è avvenuto la sera di Natale – scrive la donna -. Mia figlia, con altre due ragazze conosciute durante questa vacanza, stava chiacchierando seduta sui divanetti quando l’uomo si è avvicinato a loro e ha cercato di attaccare bottone. Quando ha iniziato a fare battute esplicite, con riferimenti sessuali, le ragazze si sono allontanate. Una signora, che aveva assistito alla scena, ha intimato all’uomo di andarsene e di lasciarle stare. Non so chi sia quella donna, purtroppo non la sono riuscita a rintracciare”.

“Il secondo episodio – si legge ancora – la sera dopo, quella del 26 dicembre. Le ragazzine erano di nuovo insieme quando l’uomo ha cercato di avvicinarle. Questa volta, senza neanche farlo parlare, loro si sono allontanate appena lo hanno riconosciuto. Il giorno dopo, venerdì 27, mia figlia ha raccontato tutto a me e a mio marito, che abbiamo subito deciso di rivolgerci alla reception della nave per denunciare l’accaduto. Quando ho parlato con la responsabile della reception ho avuto l’impressione che non si volesse dare troppo peso al fatto, anche se alla fine siamo stati rassicurati: le ragazze sarebbero state tenute d’occhio da lì in avanti, ci hanno promesso”.

“Ma il giorno dopo, nel pomeriggio, è avvenuto anche il terzo episodio: mentre mia figlia stava rientrando in camera si è accorta che quella persona la stava seguendo. Ha iniziato a correre per le scale – scrive la madre della ragazzina -, finché non è riuscita a raggiungere la nostra camera, dove si è rifugiata chiudendo la porta a chiave”.

“A quel punto, infuriata più che spaventata, ho cercato di avere un colloquio col comandante. Ero convinta che avrei potuto parlargli nel giro di poco tempo – ci spiega -, invece ho scoperto che nessuno aveva intenzione di disturbarlo. Eppure, è lui ad avere la responsabilità della sicurezza dei passeggeri e noi stavamo chiaramente parlando di un fatto molto, molto grave. Ci hanno fatto parlare col suo vice, nulla di più”.

“Vista la mia insistenza, sabato 28 riesco a incontrare il comandante assieme a mio marito. Raccontiamo i fatti avvenuti e pure in questo caso mi è sembrato che non si stesse dando alla situazione il giusto peso. Così, abbiamo deciso di chiamare i carabinieri che quando siamo attraccati a Venezia, domenica 29, sono saliti a bordo per raccogliere la denuncia: loro sì che ci hanno ascoltati. Non so che fine abbia fatto l’uomo che ha molestato mia figlia – ci scrive ancora la donna -, ma quando abbiamo lasciato la nave ho visto che era a colloquio con gli uomini della sicurezza”.

“Quello che provo, ora, è un misto di delusione e rabbia per come è stata gestita tutta la situazione a bordo della nave, durante la crociera. Non ci siamo sentiti al sicuro. Di essere risarcita per questa vacanza da incubo mi interessa gran poco – si legge nella parte finale della lettera firmata -, quello che voglio è che la società che gestisce questi eventi prenda provvedimenti con le persone che ci hanno trattato come elementi di disturbo. E, magari, gradirei ricevere delle scuse, anche se non cancelleranno il trauma vissuto dalla mente di mia figlia”.

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