Un salto all’indietro di dodici posizioni, che portano Bergamo dal sedicesimo posto dello scorso anno al 28esimo del 2019: l’annuale indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia questa volta non restituisce buone notizie alla nostra provincia che fa segnare tanti risultati medi, pochissimi picchi e tanti indicatori preoccupanti.
Quest’anno gli indicatori presi in esame sono saliti addirittura da 42 a 90, ma sempre divisi in sei macro-categorie: Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Demografia e società, Ambiente e servizi, Giustizia e sicurezza, Tempo libero.
A guidare la classifica è ancora Milano che si conferma in vetta davanti a Bolzano: sul terzo gradino del podio risale Trento mentre nelle prime posizioni irrompono Monza e Brianza (sesta, +17 rispetto allo scorso anno), Venezia (nona, +25) e Brescia (dodicesima, +27).
In Lombardia risultati da montagne russe: oltre alle province già citate, ottimo risultato di Varese che risale di 16 posizioni e si piazza subito dopo Bergamo, male invece Lecco (30esima, -18), Sondrio (46esima, -32) e Mantova (-29 e 48esima). Lodi risale di 13 gradini fino al 36esimo posto, Como al quarantesimo perdendo 4 posizioni. Meglio di Bergamo fa Cremona (24esima, +6 posizioni), Pavia guadagna 3 posti ma è 60esima.
Guardando alle graduatorie delle macro-aree, Bergamo è 48esima per “Ricchezza e consumi”; 40esima per “Affari e lavoro”, 20esima per “Ambiente e servizi”, ottava per “Demografia e società”, 70esima per “Giustizia e sicurezza”, 53esima per “Cultura e tempo libero”.
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