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Aumenta l'indennità

Più soldi ai sindaci dei piccoli Comuni, 120 in Bergamasca: “È giusto”

Dalle valli alla Bassa fino all'Isola, le reazioni dei primi cittadini

I sindaci lo sanno: amministrare un piccolo comune non è semplice, anzi, può rivelarsi un quotidiano percorso a ostacoli. Per questo è stato approvato un emendamento per aumentare l’indennità dei primi cittadini dei paesi fino a 3 mila abitanti, arrivando all’85% di quella spettante ai sindaci dei Comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti. In base al calcolo di alcuni componenti della commissione Finanze della Camera, la cifra crescerebbe a circa 1.400 euro netti. Per raggiungere questo obiettivo è prevista una compartecipazione del ministero dell’Interno per 10 milioni di euro. In Bergamasca sono 120 i sindaci interessati dal provvedimento.

Ne abbiamo sentiti alcuni per avere il polso della situazione, della valli alla Bassa.

VALLE BREMBANA

Jonathan Lobati, presidente della Comunità Montana Valle Brembana e sindaco di Lenna (598 abitanti) 

Un emendamento positivo, anche se sembra sia una soluzione per pochi, perché avrà una copertura molto parziale. In ogni caso, è un gesto gradito di attenzione verso i piccoli comuni e i loro sindaci: speriamo che venga coperto dal fondo dello Stato e che non gravi ulteriormente sui bilanci dei comuni.

Fabio Bonzi, sindaco di Dossena (908 abitanti)

È un riconoscimento del ruolo del sindaco, che ha grandi responsabilità, ma che spesso svolge il proprio servizio a titolo gratuito. In questo modo, potremmo lavorare in modo ancora più presente ed efficacie. Non avevo condiviso l’idea delle decurtazioni delle indennità: questo aumento può tornare a dare un minimo di dignità alla figura del sindaco e un riconoscimento verso l’importante lavoro che svolge.

Carmelo Goglio, sindaco di Olmo al Brembo (497 abitanti)

Se l’indennità viene aumentata grazie ad un fondo statale ben venga, è un segnale che riconosce impegno e responsabilità dei sindaci, permettendogli di svolgere meglio il proprio lavoro. Un riconoscimento anche per i piccoli comuni, che ricoprono una grandissima parte del territorio nazionale e ne uniscono anche il tessuto sociale. L’importante però è che non si vada a toccare i bilanci comunali, già risicati. In questo senso, manovre come questa non portano a spreco di denaro (come qualcuno vorrebbe interpretarla) ma sottolineano l’importanza dei piccoli comuni e ne aiutano la sopravvivenza. Bisognerà capire come verrà sviluppato l’emendamento nella pratica. In ogni caso, è necessario ricordare che diversi sindaci rinunciano volontariamente all’indennità: in questi casi si potrebbe pensare di riconoscere lo sforzo quantomeno a fini pensionistici.

VALLE SERIANA E SCALVE

Pietro Orrù, presidente della Comunità Montana Val di Scalve e sindaco di Vilminore (1459 abitanti)

Una notizia molto positiva. Si tratta di un ottimo passo avanti, soprattutto per un sindaco giovane che deve gestire la sua attività lavorativa oltre al ruolo di sindaco. Nella vita svolgo l’attività di libero professionista e lavoro sin da 18 anni. Essendo anche il primo cittadino di Vilminore gli impegni sono tanti e, tra vita amministrativa e lavorativa, lavoro in media 15 ore al giorno; di queste almeno 6 le dedico al mio ruolo di primo cittadino per il bene del mio paese. Nonostante questa notizia continuerò a dividermi tra il lavoro e il comune; l’indennità che percepivo precedentemente l’ho sempre utilizzata per coprire il costo delle spese del ruolo di sindaco. Se posso fare un appunto mi rendo conto che per l’indennità non sono stati presi in considerazione i presidenti delle Comunità Montane che sono enti fondamentali e richiedono impegno e dedizione.

Michele Schiavi, sindaco di Onore (896 abitanti)

Al momento sono uno studente. Quindi, fortunatamente, riesco a gestire secondo i miei orari gli impegni universitari e quelli di sindaco. La notizia dell’indennità è molto buona, sempre che per la quota aggiuntiva dell’indennità se ne faccia carico completamente lo stato e non i comuni.

Omar Seghezzi, sindaco di Premolo (1.121 abitanti)

Tutti noi, quando siamo stati eletti, sapevamo benissimo quale sarebbe stata la nostra indennità e ricopriamo questo ruolo non per soldi, ma per il bene del nostro paese. La notizia è ottima se i fondi provengono internamente dallo stato e non dalle casse comunali. Fa molto piacere questa vicinanza e questo riconoscimento da parte dei nostri parlamentari, un riconoscimento più morale che economico visto anche il ruolo che noi sindaci ricopriamo; molte sono le responsabilità. Io sono un lavoratore dipendente e fare il sindaco di un paese significa dedicare al comune un’altra giornata di lavoro.

BASSA

Amilcare Signorelli, sindaco di Morengo (2500 abitanti)

Se davvero sarà come dicono, per tanti sindaci cambieranno molte cose. Io sono un lavoratore dipendente, per questo percepisco la metà dell’importo previsto fino a oggi. Una cifra molto bassa, che non rappresenta di certo il lavoro e le responsabilità a cui si espone un sindaco, anche se si tratta di un paese non grandissimo. Se un sindaco vuole davvero fare la cosiddetta buona politica deve investirci del tempo. La responsabilità, poi, è tanta: c’è quella amministrativa e c’è quella penale. Ricevere un avviso di garanzia penso che non sia una bella cosa, per nessuno. Inoltre, questa responsabilità ha pure un costo, quella dell’assicurazione che di tasca propria tanti primi cittadini sottoscrivono per stare più tranquilli. È chiaro che a spingere una persona a candidarsi a sindaco di una cittadina piccola come Morengo non è la parte economica, ma il senso civico, l’amore per il proprio paese. La politica deve essere retribuita il giusto.

ISOLA

Carla Rocca, sindaco di Solza (2026 abitanti)

È una Legge che ridà dignità al ruolo amministrativo del sindaco, anche dal punto di vista economico. Certo, andrebbero rivalutate anche le percentuali correlate all’indennità del sindaco, ovvero quelle di vice e assessori. Lo reputo un passo avanti, forse anche un po’ paradossale, rispetto al Ddl che prevedeva il decurtamento obbligatorio del dieci per cento dell’indennità. Ora bisognerà capire come e in quali tempi verrà applicato l’emendamento.

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