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Per il 2020

Bergamo Pride: si fanno appelli all’unità e si scambiano accuse

Da una parte un gruppo che si dichiara "diffuso e composto da tanti singoli, non riuniti in associazione, categoria o una corrente" e invia una lettera annunciando una raccolta firme sottoscritta in pochi giorni da 70 persone. Dall'altra l'Arcigay, sostenuta da una serie di associazioni, che nei giorni scorsi aveva annunciato una nuova data del 30 maggio per la manifestazione del 2020

Mandano appelli all’unità, ma attorno ai due Bergamo Pride per il 2020 non si lesinano accuse e cattiverie. Sembra dunque assai difficile che l’anno prossimo il terzo appuntamento con la manifestazione dell’orgoglio omosessuale si svolga in una sola data.

Da una parte un gruppo che si dichiara “diffuso e composto da tanti singoli, non riuniti in associazione, categoria o una corrente” e invia una lettera annunciando una raccolta firme sottoscritta in pochi giorni da 70 persone. Dall’altra l’Arcigay, sostenuta da una serie di associazioni, che nei giorni scorsi aveva annunciato una nuova data del 30 maggio per la manifestazione del 2020 (a settembre era stato invece lanciato il 13 giugno dalla portavoce del comitato Bergamo Pride).

“In un momento storico come questo – spiegano i proponenti la raccolta firme -,  dove il vento dell’odio soffia sempre più, avremmo voluto leggere di chi scende in piazza due volte per combattere le discriminazioni nella comunità LGBTQI+, di battaglie contro la transfobia, della tutela anche ai tanti giovani bergamaschi che vengono allontanati dalle proprie case solo per essere omosessuali, di lotta all’HIV, di lotta allo stigma dell’HIV, di quanto poco la Prep sia conosciuta in bergamasca con solo una ventina di persone che la utilizzano, di educazione nelle scuole e ancor più nell’ambiente di lavoro, di tutela delle famiglie arcobaleno, di sostegno alla disabilità, di supporto agli ultimi nostri fratelli, di chi scappa da piccoli paesini per muoversi in altre città dove può finalmente essere se stesso, di migranti, di equità, di accessibilità, di una chiesa cattolica ancora lontana, di diritti civili e di libertà sessuale. Avremmo voluto leggere di chi, costantemente, rapina membri della comunità attraverso i social network, di onorevoli che di giorno supportano le tesi di odio e di notte vivono la loro omosessualità, di neo fascismo, di quanto siano ancora pochi sicuri i nostri paeselli per chi si ama liberamente. E invece, la lotta, ancora una volta, è su nomi, titoli, personalismi… Su quanta gente debba scendere in piazza, come se l’esclusivo indice di gradimento fosse il numero di persone in piazza. Se l’obiettivo è l’alto numero di persone da coinvolgere e non il contenuto, si organizzi la sagra della salsiccia! Riteniamo che un pride debba parlare dei problemi veri, in modo inclusivo e non esclusivo o scissionista. Per questo il nostro appello è un appello di unità, perché il nemico non è il fratello che la pensa in modo diverso su come organizzare un pride, ma è quello che cerca di togliere quei pochi diritti che in cinquant’anni di movimento, persone con meno amor proprio e più amore per la collettività hanno ottenuto. L’Appello – concludono – è sottoscrivibile qui: https://forms.gle/yv3jTyoVQQ1kWmyc6”.

Fanno appello all’unita organizzativa anche tutti i membri del Comitato Bergamo Pride Educare alle differenze per combattere l’odio (sostenuto da una serie di associazioni): “Crediamo fortemente che le capacità e le specifiche di ognuno dei due comitati possano dare energie positive e sviluppare sinergie per raggiungere il miglior risultato. Come nel 2018 avere due comitati, ognuno con la propria identità e specificità e impostazione di azione e visione della gestione del comitato, non comporta una limitazione ma anzi un raddoppio dell’impegno per raggiungere lo stesso obiettivo e la presenza di ambienti con climi sereni. Basti pensare che nel 2018 con due comitati si è raggiunto il risultato di 10.000 persone, mentre nel 2019 abbiamo ottenuto solo 3.000 persone, ma soprattutto l’abbandono da parte del comitato di tantissime associazioni, militanti e volontari per un clima conflittuale che si è deteriorato nel tempo a causa di coloro che avevano ruoli dirigenziali e di rappresentanza che non sono stati capaci di gestire l’unità e l’armonia del comitato. Bisogna aggregare e rendere partecipi più associazioni e persone possibili per questo evento, riconoscendoli e dando loro l’importanza costruita nel tempo con anni e anni di azione sul territorio bergamasco con progetti concreti. Ed è per questo che rinnoviamo tutti insieme il nostro appello per lavorare sulla data del 30 Maggio 2020, che come tradizione del Bergamo Pride, aprirà tutti i pride della Lombardia e soprattutto non si sovrappone come data a nessun altra data in essere nel mese di Giugno (6 Giugno Pavia, 13 Giugno Varese, 21 Giugno Lecco e 30 Giugno Milano). Fiduciosi in una risposta di unità e collaborazione da parte dell’altro comitato, continuiamo a lavorare per la costruzione di questo evento cosi importante”.

Non paiono posizioni molto unitarie…

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