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La richiesta

Caos in Bolivia, manifestazione in piazza a Bergamo: “Voto da annullare e rifare”

Le parole di Ruben Dario Penafiel Hinojosa, boliviano residente a Urgnano che ad agosto è stato nominato coordinatore del Frente Revolucionario de Izquierda e di Comunidad Ciudadana in Europa.

In Bolivia, ormai, è caos completo: il presidente Evo Morales ha denunciato un tentativo di colpo di Stato in corso, dopo l’ammutinamento degli agenti di polizia a Cochabamba, Sucre, Santa Cruz e altre città, e pare deciso a schierare in strada l’esercito.

È l’ultima evoluzione delle tensioni esplose dopo l’esito del voto dello scorso 20 ottobre che hanno visto la rielezione di Morales: un risultato respinto fermamente dall’opposizione che parla di brogli elettorali e che già riteneva illegittima la sua ricandidatura dopo che un referendum nel 2016 aveva bocciato l’eventualità di un nuovo mandato.

Con i recenti scontri nelle piazze, il malcontento tra le forze di polizia è arrivato al limite: loro che da tempo chiedevano modifiche alle condizioni di lavoro e un ritocco contrattuale, si sono ritrovati improvvisamente nella situazione opposta, costretti a turni straordinari.

Parte della comunità boliviana a Bergamo, la più numerosa d’Italia, sta vivendo con particolare apprensione la situazione: domenica pomeriggio, dalle 14.30 alle 16.30, sarà in piazza Vittorio Veneto per manifestare pacificamente il proprio disagio.

A spiegare ancora meglio la situazione è Ruben Dario Penafiel Hinojosa, boliviano residente a Urgnano che ad agosto è stato nominato coordinatore del Frente Revolucionario de Izquierda e di Comunidad Ciudadana in Europa.

“Nel voto del 20 ottobre la vittoria l’ha ottenuta il binomio Mesa-Pedraza – scrive in una nota – Ma nel riconteggio dei voti i calcoli si sono fermati misteriosamente per quasi 18 ore, senza alcuna spiegazione. Dopo questa situazione in Bolivia sono aumentate le manifestazioni contro il governo di Evo Morales per frode elettorale. Chiediamo che venga annullato lo scrutinio presidenziale e indette nuove elezioni”.

Ed è la stessa richiesta fatta dall’organizzazione degli Stati americani (OAS), la principale organizzazione continentale per la risoluzione dei problemi di natura politica (solo la Guyana Francese non ne è membro).

L’OAS ha consigliato che in Bolivia vengano fatte altre elezioni in quando non è stata in grado di verificare i risultati del 20 ottobre e che la vittoria di oltre 10 punti percentuali di Evo Morales è statisticamente improbabile.

Pressioni che paiono aver convinto il presidente Morales: nel primo pomeriggio italiano il numero uno boliviano ha annunciato che si tornerà alle urne.

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