Il suono delle sirene, i pianti dei bambini, il terrore della morte.
E’ questo il clima che si percepiva poco più di settant’anni fa all’interno del rifugio anti-aereo del Famedio, struttura posta a due passi dal centro di Ponte San Pietro.
Realizzato all’interno dell’omonima collina, il complesso venne ultimato alla fine del 1944 quando il paese dell’Isola Bergamasca venne colpito da una serie di bombardamenti alleati.
A causa della presenza di un ponte ferroviario in grado di collegare Bergamo con Milano, il paese fu al centro di alcuni bombardamenti operati dall’aviazione alleata fra il luglio 1944 e l’aprile 1945 e che costarono la vita a 35 abitanti della zona.
Costato poco meno di 2,5 milioni di lire, il fabbricato si snodava su due gallerie di 60 metri che, protette da muri-antisoffio e dotate di pozzi di ventilazione, potevano ospitare oltre 800 persone.
Nonostante l’esistenza di altri tre “ricoveri pubblici” posti rispettivamente in via Garibaldi, in via Piave e nei pressi del Torrente Quisa, il rifugio del Famedio rimane l’unico accessibile al pubblico, ultima testimonianza di un’epoca drammatica.
Fonti
Mario Testa; Ponte San Pietro; Brembate Sopra; Archivio Storico Brembatese; 1978
Vittorio Moioli, Cronache e immagini storiche di Ponte S. Pietro; Ponte San Pietro; Circolo culturale Il Ponte; 1981
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