Infortunio sul lavoro in un cantiere edile in via degli Alpini a Pedrengo, dove sono in corso lavori di rimozione dell’armatura della soletta del primo piano in un edificio in costruzione.
È successo giovedì mattina, 24 ottobre, intorno alle 7,30. A farne le spese M. M., 38enne di Albano Sant’Alessandro, dipendente di una impresa edile di Casnigo, trasportato in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove si trova ricoverato in terapia intensiva per un grave trauma cranico e altre fratture multiple. La prognosi è riservata.
“Al momento, non essendoci testimoni diretti, si ritiene che il lavoratore sia caduto da una zona al primo piano dell’edifico in costruzione – spiega Ats, intervenuta sul posto con i suoi tecnici -. Zona in cui non era presente il parapetto a protezione del rischio caduta dall’alto”. L’altezza da terra è di circa 3.40 metri.
Il personale tecnico Ats ha svolto immediatamente un sopralluogo ed ha emesso un divieto d’uso per il primo piano dell’edificio per la presenza di violazioni alle norme di sicurezza. Sono stati inoltre acquisiti i documenti con i piani di cantiere per verificare la programmazione preventiva degli apprestamenti di sicurezza.
“In generale la caduta dall’alto è una modalità di infortunio in ripresa come frequenza di accadimento negli ultimi tempi e resta di elevata gravità quando succede – commenta Sergio Piazzolla, responsabile Area Specialistica Igiene e Sicurezza del Lavoro dell’Ats di Bergamo -. Purtroppo in queste cadute è molto facile riportare seri traumi cranici perché non esiste un modo del tutto efficace per proteggere la testa, anche se certamente l’utilizzo di appositi caschetti può diminuire il danno alla persona”.
La vera chiave è la prevenzione: “Nei cantieri – aggiunge Piazzolla – l’accesso ai piani di lavoro superiori ai due metri di altezza deve avvenire con le apposite misure di sicurezza: o parapetti o imbragature collegate ai dispositivi di trattenuta, detti anche “linee vita”.
commenta