Sabato 9 marzo 2013. Doveva essere una mattinata come tante per Pierangelo Gusmini, cinquantenne di Cologno al Serio, abituato alle lunghe sgambate in sella alla sua bici da corsa.
Quel giorno si era alzato di buonora: dalla Val Cavallina aveva pedalato fino a Gazzaniga passando per il colle Gallo, prima della salita per il passo di Ganda. Verso mezzogiorno, in compagnia di un amico, stava percorrendo la discesa di Aviatico, quando ha perso il controllo della bici sbattendo il capo contro un muretto in pietra che delimita la carreggiata. Un colpo violentissimo, tanto da costargli la vita.
Gusmini, al momento dell’impatto, non indossava il casco protettivo (per quanto non obbligatorio) ed ogni soccorso si era rivelato vano. Ora, 6 anni e 7 mesi dopo, il giudice dell’udienza preliminare Ciro Iacomino ha disposto il rinvio a giudizio per due ‘sorveglianti’ della Provincia di Bergamo: V.C. e P.G., assistiti dagli avvocati Mauro Angarano ed Emilio Gueli. L’accusa è di omicidio colposo.
Come appurato dalla polizia locale dell’Unione Val Seriana, nell’incidente non risultava coinvolto nessun altro mezzo. E nemmeno sembrava plausibile che la bicicletta fosse scivolata sul fondo bagnato, perché in quel punto della discesa Gusmini non viaggiava ad alta velocità. Per fugare ogni dubbio – ad esempio capire se il ciclista avesse o meno accusato un malore – il pubblico ministero Monia Di Marco aveva disposto l’autopsia.
Secondo la tesi accusatoria, piuttosto, sarebbero state alcune buche sull’asfalto a far perdere l’equilibrio alla vittima. I due sorveglianti – sempre secondo l’accusa – avrebbero dovuto segnalare tempestivamente la problematica all’ente (che si è costituito responsabile civile) così da fare intervenire una ditta per ripristinare il manto stradale laddove irregolare. In caso di condanna si parlerà degli eventuali risarcimenti.
Pierangelo Gusmini, papà di una bimba all’epoca di 7 anni, nella vita di tutti i giorni era geometra e faceva parte del team dilettantistico “Pianeta Bici” di Romano di Lombardia. Oltre al ciclismo, era un grande appassionato di scialpinismo.
La moglie, Pierangela Maffeis, si è rivolta all’avvocato Francesco Menini. La prossima udienza è in programma l’11 dicembre.
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