Col Torino è stata la serata della sua consacrazione: gol, assist al bacio e giocate di classe. Ormai Dejan Kulusevski non è più una sorpresa, ma una splendida realtà.
Chi l’ha seguito negli ultimi anni (e, soprattutto, nell’ultima stagione, quella dello scudetto della Primavera nerazzurra) non si stupisce: quel talento svedese di origine macedone non poteva che finire dov’è ora, in serie A a ritagliarsi il suo spazio, da protagonista.
E domani, chissà.
Di certo tornerà a Bergamo, dove in molti ora si stanno sfregando le mani. Antonio Percassi, in primis, che si ritrova l’ennesimo gioiello da mettere in una vetrina già piena di pezzi da novanta; ma anche Gian Piero Gasperini, che nove mesi fa l’ha fatto debuttare in A (era il 20 gennaio, Frosinone-Atalanta 0-5) e che – se nulla cambierà – l’anno prossimo lo riavrà a disposizione. Cresciuto, maturato, sbocciato definitivamente.
Proprio per questo in estate a Bergamo si è scelto di lasciarlo partire, ma solo con un prestito secco (con premio di valorizzazione). Accordo trovato col Parma, non col Cagliari che pretendeva un diritto di riscatto. Ed è in Emilia che il giovane Dejan, classe 2000, si sta mettendo in luce.
È stato una scoperta felicissima del responsabile del settore giovanile dell’Atalanta Maurizio Costanzi, che l’ha notato in un torneo estivo con il Brommapojkarna e ha deciso di non lasciarselo scappare. Così, nel 2016, l’ha soffiato all’Arsenal con un assegno da 100mila euro.
L’anno scorso è stato tra i grandi protagonisti del trionfo della Primavera della Dea, tornata sul tetto d’Italia 21 anni dopo l’ultima volta: 8 gol, 10 assist e 3 presenze in A con Gasperini. Oggi è già a 6 con il Parma, 1 rete e 3 assist. Il più giovane marcatore del campionato.
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