Domenica, per Milan-Fiorentina, erano presenti a San Siro 48mila367 spettatori per un incasso di 1milione334mila048,85 euro. Quarantotto ore dopo, per Atalanta-Shakhtar, erano in 26.022 (più o meno tutti bergamaschi), in cassa 118mila215euro.
Numeri. Il confronto non è proponibile tra la realtà metropolitana milanese e la nostra. Addirittura, domenica prossima per Inter-Juve potrebbero essere 76mila spettatori (e poi vogliono buttarlo giù…).
Però, se riavvolgete il nastro e alzate l’audio dello stadio, cosa sentite? Ecco, se il Milan in questo momento, sommerso dai fischi, teme l’effetto San Siro, l’Atalanta pur in una serata negativa (per il risultato) deve ringraziare il suo pubblico.
Dall’urlo “The Champiooooooons” che ha accompagnato l’inno all’ingresso delle squadre è stato un crescendo di entusiasmo, di cori e incitamento alla banda Gasp. Dall’inizio alla fine.
Perché c’è modo e modo di perdere. E allora, se giochi male alla Scala del calcio, può succedere (domenica) che ti fischino già nell’intervallo e che tanti decidano di abbandonare lo stadio molto prima che la partita finisca (e chiudiamo qui il parallelo col Milan).
L’Atalanta ha avuto invece una spinta incredibile dal suo pubblico, dalla prima all’ultima azione. Dopo il rigore sbagliato da Ilicic, lo sloveno una volta genio e la volta dopo un po’ in aria, subito incitato a riprendersi, perchè c’era ancora tutto il tempo per rifarsi. Dopo il gol di Zapata, ma anche dopo il pareggio imprevisto, per non parlare del finale amarissimo.
Per dire: San Siro sarà la casa dell’Atalanta ancora per due partite di Champions, almeno fino al 26 novembre quando arriverà la Dinamo Zagabria. Poi si vedrà. Però da Champions è stato lo spettacolo in campo, con grande intensità fino al 95′ (purtroppo…), ma anche fuori. Con i tifosi bergamaschi arrivati tre-quattro ore prima per non restare imbottigliati negli ingorghi di un’autostrada che anche a quattro corsie non è mai sufficiente, in certi momenti della giornata. Da tutta la provincia e anche più lontano, gente di tutte le età, famiglie intere vestite di nerazzurro.
Una festa, fuori e dentro lo stadio. A bocca chiusa dopo la sconfitta, una botta forse anche più dura di Zagabria perché stavolta immeritata, però con la convinzione di non aver tifato invano: la squadra, il suo mister Gasperini hanno perso forse proprio perchè hanno voluto fino all’ultimo vincere e non hanno pensato a difendere il pareggio.
Ma, come ha detto Gasp, “sono dispiaciuto, però sarei preocupato se avessimo perso giocando male. Invece no, il risultato non dà valore a una prestazione molto positiva. La squadra c’è e se vinciamo col Lecce siamo ancora terzi…”
Forza Atalanta, le luci di San Siro non si sono accese invano.
commenta