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Bergamo

Renato Sarli, presidente di Freedem, lascia il Pd per Italia Viva di Renzi

La polemica lettera al segretario provinciale Davide Casati

È ufficialmente Renato Sarli il primo esponente bergamasco con incarico dentro il Pd ad aderire a Italia Viva, il nuovo partito di Matteo Renzi. Sarli, che è e resta il coordinatore di Freedem (associazione politico-culturale volta a promuovere la partecipazione attiva e inclusiva dei cittadini alla vita politica) ed è stato in terra orobica il coordinatore della mozione Giachetti al congresso dem, ha rassegnato le dimissioni da membro dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico e conseguentemente non ha rinnovato la tessera.

Presto, annuncia, “in data che stiamo definendo, presenteremo anche a Bergamo il progetto di Italia Viva”.

Ecco la polemica lettera inviata al segretario provinciale di Bergamo del Pd, Davide Casati.

Caro Segretario,

ti comunico la mia decisione. Dopo una riflessione attenta e non certo facile, ritengo che sia inevitabile per me non rinnovare la tessera del Partito Democratico, rimettendo quindi anche l’incarico di membro dell’Assemblea Nazionale.

Ho deciso di aderire al nuovo soggetto politico Italia Viva, nel quale ritrovo la spinta propulsiva e le motivazioni che mi hanno spinto a occuparmi di politica.

In questi giorni ho partecipato a diverse riunioni, a Roma, Milano, Bergamo. Incontri in cui si è ampiamente dibattuto, a riprova del fatto che non è vero che il Partito Democratico sia compatto e non sia stato intaccato dal dibattito sollevato dalla nascita di Italia Viva. Ti ho subito fatto notare che quella dichiarazione a mio avviso (e non solo mio) è stata una caduta di stile, irrispettosa di chi non solo si è sempre impegnato con lealtà nell’attività del partito, ma ha una sua capacità interpretativa ed è stato animato da forti interrogativi.

Certo, non si lascia un partito per questo, ma per altri motivi, valoriali, di metodo, di ambiente. A te riconosco un effettivo cambio di passo nella gestione del livello provinciale. Come non ti ho mai nascosto, mi sono astenuto alle ultime elezioni provinciali, non certo per te, ma perché non c’è stata la possibilità di confrontare due linee e per me è dirimente.

Nonostante questo, come ricorderai sono stato promotore di incontri e dibattiti che consentissero la presentazione della tua candidatura. Perché il mio approccio è e spero sarà sempre questo, laico e democratico. Il PD sta cambiando pelle, come sta accadendo alla politica nazionale in generale, a far data dal 5 marzo. Non accorgersene sarebbe folle.

Il PD della nuova segreteria assomiglia sempre più a qualcosa di diverso rispetto a un partito a vocazione maggioritaria e capace quindi di ospitare con rispetto anime e posizioni diverse, anche se ugualmente riferibili a uno stesso indirizzo democratico e riformista. Ho sempre cercato la sintesi tra la visione socialista e quella liberale. I tempi cambiano e sempre più velocemente. Gli ultimi avvenimenti lo dimostrano inequivocabilmente.

Io mi auguro che dopo questo periodo in cui si evidenziano asprezze inevitabili, PD e Italia Viva possano collaborare, spero si instauri una gara a chi è più riformista, a chi più moderno, a chi dà il maggior contributo al bene del Paese. Ma non posso pensare che quella che per me è stata una scelta tattica, diventi un’alleanza strategica. Non posso pensare che chi ha affossato il referendum costituzionale e brindato alla sconfitta del Partito democratico ne governi ora scelte importanti.

Non posso pensare che un partito moderno, europeista, laico si areni su questioni statutarie. C’è bisogno di fare, di progettare, in allegria oltre che con serietà. Serve un ambiente creativo e generativo. Lo sai e non è solo una mia impressione, a Bergamo quelli dell’area riformista di cui faccio parte e che mi onoro di aver guidato e coordinato durante l’ultimo congresso, non hanno mai avuto diritto di cittadinanza piena nel partito. Da parte tua no. Te lo devo. Hai aperto una stagione diversa. Ma non basta.

Credo che comprenderai i motivi della mia scelta e anche la sofferenza che ha portato a questo passo. Sono sicuro che avremo modo di collaborare con spirito costruttivo come abbiamo sempre fatto da buoni amici come ritengo che siamo.

Renato Sarli

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