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La campagna

Anche a Bergamo i manifesti choc contro l’eutanasia e il suicidio assistito

Il circolo orobico di Pro Vita e Famiglia insieme a Scienza e Vita Bergamo, Caritas in Veritate Bergamo, Ora et Labora a Difesa della Vita Bergamo e il Movimento per la Vita della Valle cavallina, proseguono una campagna avviata in tutta Italia

La campagna nazionale durerà altre due settimane, esattamente quanto permarranno a Bergamo i maxi manifesti-denuncia di Pro Vita e Famiglia Bergamo, Scienza e Vita Bergamo, Caritas in Veritate Bergamo, Ora et Labora a Difesa della Vita Bergamo e del Movimento per la Vita Val Cavallina.

I testi dei manifesti citano: “Marta, 24 anni, anoressica, potrà farsi uccidere. E se fosse tua sorella? Maria, 70 anni, ha un tumore. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua nonna? Lucia, 45 anni, disabile. Potrà farsi uccidere e se fosse tua mamma?” e così via, seguiti dall’hashtag #NOEUTANASIA.

No eutanasia

“Questo è quanto potrebbe accadere se la nascente maggioranza legiferasse in materia di eutanasia e suicidio assistito. O anche se la Consulta, rendendo incostituzionale l’articolo 580 c.p. introducesse il 24 settembre autonomamente il suicidio assistito in Italia. Il rischio che il nuovo esecutivo rosso-giallo calpesti il diritto alla vita e all’autentica autodeterminazione è molto alto. Ad essere esposti saranno i più deboli come anziani, malati, giovani. E proprio 2 settimane fa il Papa ha condannato questa pratica che si ‘basa su una visione utilitaristica della persona che diventa inutile o può essere equiparata a un costo. Il suicidio assistito quindi rappresenterebbe un pericolo per tutti: le nostre nonne, le nostre mamme, i nostri padri e i nostri figli”, hanno dichiarato Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia e del Congresso Mondiale delle Famiglie, presentando la campagna.

È stato inoltre lanciato un video choc che mette in guardia dalle “possibili derive in caso di fine vita autorizzato dallo Stato – aggiungono gli esponenti di Pro Vita e Famiglia – perché noi vogliamo eliminare la sofferenza e non il sofferente”.

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