Spegne sessanta candeline, oggi, venerdì 13 settembre, Marino Magrin, l’uomo che “tirava le bombe”. Infallibile nei calci piazzati, il centrocampista di Bassano del Grappa è stato uno degli eroi nerazzurri degli anni ’80.
Arrivato a Bergamo nel giugno del 1981, in un’Atalanta appena retrocessa in serie C1, Magrin è diventato leader e faro di un gruppo che in tre stagioni è tornato nella massima serie.
Con la maglia nerazzurra il centrocampista veneto ha debuttato in Serie A tre giorni dopo il suo 25º compleanno, il 16 settembre 1984, nell’1-1 contro l’Inter.
Magrin è rimasto a Bergamo fino al giugno 1987, totalizzando 192 presenze e 40 gol.
Nella stagione successiva è stato venduto alla Juventus per 2,8 miliardi di lire (una grossa cifra, all’epoca), per sostituire Le Roi Michel Platini. Quella a Torino, però, non fu un’avventura esaltante, complice anche una rosa, quella bianconera, tutt’altro che prestigiosa.
A Bergamo Marino Magrin è sempre ricordato con affetto dai tifosi atalantini. I suoi calci di punizione (quelli che tanto mancano oggi alla squadra di Gasperini) sono entrati nel mito.
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