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Giallo di tavernola e non solo

Motore d’aereo, cannoni, furgoni e carcasse animali: i relitti del lago nei video dei sub

Cartoline sommerse dal Sebino. L'esperto: "Lì sotto c'è un mondo, a certe profondità puoi avere accanto un autotreno e non vederlo"

È profondo il Sebino. Tra Tavernola e Montisola arriva a 254 metri, e il recente avvistamento di un’auto con cadavere proprio al largo di Tavernola ha riacceso il dibattito su cosa giaccia nei fondali del lago. Una cosa è certa: la Ford Fiesta di Rosario Tilotta, il pensionato scomparso da Scanzorosciate nel 2004, ritrovata a ottanta metri di profondità, non era la sola.

Per farsi un’idea non c’è bisogno di indossare la muta e inabissarsi nelle acque solitarie del lago. Basta fare un giro su Youtube: meno adrenalinico, ma decisamente più comodo e sicuro per chi non è del mestiere.

In un video pubblicato sette anni fa, ad esempio, un anonimo sub incrocia nelle acque di Tavernola un motore d’aereo. Alcuni siti specializzati dicono si tratti di un motore radiale Bristol Jupiter, appartenuto ad un idrovolante Caproni.

Un altro video, del maggio 2014, mostra dei residuati bellici tra le rocce. Non una rarità da quelle parti. E altri pezzi di artiglieria, compresi due cannoni a 20-25 metri di profondità.

“Presenze” che i sommozzatori conoscono bene. “Sono uno stimolo per immergersi, ma possono anche servire da riferimento per chi si avventura, magari in zone fangose” spiega Nereo Gotti, presidente del Gruppo Sommozzatori Iseo. Tant’è che ci sono anche un presepe e una madonnina che alcuni devoti hanno posato a protezione dei subacquei.

Un altro filmato mostra un’Alfa Romeo adagiata sul fondale nelle acque di Riva di Solto. “Chissà quale sarà la sua storia…”, si domanda l’autore. Ma sul web ci sono molti video simili, girati in acque torbide e scure. In alcuni si fatica a capire che quella inquadrata è un’auto, in altri si legge addirittura la targa (è il caso di una vecchia Opel rossa).

“Non deve sorprendere – prosegue Gotti -. In cinquant’anni di attività abbiamo recuperato diverse auto, una decina risultate rubate”. Anche un furgone (“pieno di cappellini a ventola”, ricorda). E persone scomparse. “A Tavernola trovammo una vecchissima Fiat, con all’interno il corpo di un uomo che mancava da casa da quindici anni”.

Del resto, i casi di cronaca finiti sui giornali non mancano. Come quello dei coniugi Mazzardi, che nel 2003 sembravano svaniti nel nulla e poi furono trovati inabissati, con la loro auto, a 200 metri dalla riva di Tavernola. E i gialli riconducibili alla malavita: il corpo di Vittorio Di Capua, avvocato, gestore dell’ippodromo di San Siro, affiorò dalle acque nell’ottobre del 1977, non più trattenuto sul fondo dal blocco di cemento cui era stata legata. E ancora, nel settembre 1989, i cadaveri dei fratelli Vincenzo e Fabio Pisano, originari di Caserta, ritenuti vicini alla camorra e uccisi a colpi di pistola. Il 26 ottobre 1990, a Sarnico, venne recuperato un cadavere in avanzato stato di decomposizione: si scoprì che erano i resti di Antonio Camasso, 31enne nativo di Mondragone (Caserta) e residente a Darfo Boario, scomparso nel 1985.

video Sub
un'auto sul fondale (fotogramma da Youtube)

Sul fondo del lago c’è chi ha trovato biciclette, moto con tanto di contravvenzione, lavandini, water e carcasse di animali. “Cani legati a pesi o catene – conferma Gotti -. Siamo sempre scesi a 40-50 metri, ma oggi con attrezzature moderne c’è chi si spinge ben oltre”. Lì sotto c’è un mondo: “A certe profondità puoi avere accanto un autotreno e non vederlo talmente è buio”.

Lo scorso febbraio tra Sarnico e Paratico era stato scoperto un ammasso di tonnellate di scarti di lavorazione della gomma, probabilmente abbandonato da anni. Una collina degli orrori, invisibile da fuori, ma impressionante per chi l’ha vista dal vivo.

Per tutti questi motivi c’è chi auspica una bonifica dell’intera area, ma è altrettanto vero che si tratta di una strada lunga, di non facile realizzazione. “Ovviamente costosa – commenta Dario Balotta, presidente di Legambiente Basso Sebino -. Bonificare il lago, per quanto mi riguarda, non significa solo asportare le auto che ci sono sul fondale. C’è il problema, enorme, dei metalli e delle polveri di metalli, delle plastiche e microplastiche, delle reti di frodo che devastano la fauna ittica. Per non parlare delle immissioni inquinanti e del corretto funzionamento dei depuratori. Capisco l’attenzione suscitata dal caso di cronaca, ma i problemi del lago sono molteplici”.

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