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Il caso

Stezzano, buco da 614mila euro: Irpef al massimo consentito per evitare il dissesto

Spuntano residui attivi per 1,7 milioni di euro, legati soprattutto a Imu e Tassa rifiuti: la nuova amministrazione costretta a portare l'addizionale allo 0,8% ma con esenzioni per redditi fino a 15mila euro.

Che la situazione contabile non fosse esattamente tutta rose e fiori lo aveva immaginato in campagna elettorale e se ne è reso conto una volta indossata la fascia tricolore: Simone Tangorra, da fine maggio nuovo sindaco di Stezzano, aveva messo l’emergenza economica in cima alle proprie priorità, consapevole che solo risolvendo i problemi lasciati in eredità dalle amministrazioni precedenti avrebbe potuto iniziare a lavorare serenamente sul programma votato dai cittadini alle ultime amministrative.

A certificare la “drammaticità” della situazione è stato lui stesso durante il consiglio comunale di martedì 30 luglio quando ha spiegato che in sede di assestamento del bilancio erano state rilevate “un totale di minori entrate e maggiori spese” che hanno richiesto interventi immediati “per coprire un buco di 614mila euro”.

Il problema maggiore riguarda residui attivi riferiti agli anni dal 2010 al 2016 pari a 1,7 milioni di euro, “prevalentemente Imu e Tassa rifiuti accertate ma mai riscosse. Inoltre il Fondo di garanzia dei crediti di dubbia esigibilità era assolutamente inadeguato a coprire, anche in parte, questa somma”.

La contromossa, “per evitare il dissesto del Comune” è stata l’aumento dell’addizionale Irpef allo 0,8%, il massimo consentito. Ma con una novità: “L’esenzione dal pagamento per le fasce di reddito pari o inferiore a 15mila euro. In questo modo il 41% dei pensionati ed il 31% dei lavoratori dipendenti non pagheranno nulla”.

L’amministrazione non ha risparmiato critiche ai suoi predecessori: “A dimostrazione della insostenibilità dei conti ricordiamo che a due mesi dalle elezioni la Giunta Lega-Forza Italia aveva aumentato l’addizionale Irpef dallo 0,1 allo 0,35%. Chi fa un’operazione del genere a due mesi dalle elezioni se non a fronte di un dissesto annunciato? Noi abbiamo semplicemente rilevato che quella manovra non bastava e l’Amministrazione precedente si porta tutta la responsabilità di questa manovra. A differenza di altri, abbiamo fatto un’operazione di trasparenza e di verità sui conti”.

A complicare la situazione anche un altro imprevisto: “Delle tanto sbandierate entrate, 700mila euro, a copertura dell’ammanco determinato dalle note vicende giudiziarie non abbiamo visto un euro. Quel poco che è entrato ha pareggiato a malapena le spese legali sostenute dal Comune”.

Ma la partita sui conti è tutt’altro che chiusa qui: nelle prossime settimane la Giunta Tangorra dovrà affrontare il caso legato alla Piscina comunale che oltre alle perdite necessita di una manutenzione straordinaria da oltre un milione.

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