Non è reato affermare che la Lega è sionista. L’ha stabilito il giudice del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, che ha assolto perchè “il fatto non sussiste” Luigi Cosentino, 38 anni, operaio calabrese di Spirano e segretario bergamasco dell’associazione di estrema destra Mab (Manipolo d’avanguardia Bergamo).
L’uomo nella notte tra l’11 e il 12 marzo del 2015 aveva esposto sul pratone verde di Pontida, quello dei raduni leghisti, lo striscione recante la scritta:”Pontida come Tel Aviv – Lega Sionista”, che aveva poi immortalato in un post pubblicato sulla pagina Facebook di Mab.
Il riferimento polemico del post era una mozione presentata alla Camera dai parlamentari leghisti nel gennaio 2015 che definiva Israele come unico presidio democratico nella regione insieme alla Tunisia.
Il segretario della Lega, oggi ministro degli Interni, Matteo Salvini, aveva ritenuto quelle parole uno sfregio alla reputazione del Carroccio tale da offenderne l’onore e il patrimonio morale e da meritare una querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa (la pubblicazione su Facebook). Attraverso il suo legale, Salvini, aveva chiesto 30mila euro di risarcimento, da devolvere a un ente benefico della Bergamasca, le scuse scritte di Cosentino e la rettifica di quanto era stato pubblicato. L’imputato, però, aveva rifiutato.
“Sono stato io a esporre lo striscione a Pontida – ha detto in aula Cosentino -, in segno di protesta verso la politica estera della Lega”.
A scrivere la parola fine sulla vicenda, ci ha pensato il giudice Giovanni Petillo, che ha stabilito che la frase incriminata non costituisce un reato penale. Ma se anche fosse stato sussistente tale ipotesi, questa sarebbe rientrata nei casi di diritto di critica politica, previsto dall’articolo 51 del codice penale e tutelato dall’articolo 21 della Costituzione (Cosentino, quindi, sarebbe stato assolto egualmente).
Il magistrato, però, è andato oltre, ritenendo che la frase non è diffamatoria. Punto e basta. Come aveva chiesto il difensore di Cosentino, l’avvocato Marta Vavassori.
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