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Verso il voto

Natali-Dehò, l’accordo non piace a tutti: “Che si vinca o si perda noi ci chiamiamo fuori”

Da una parte il centrodestra si spacca, dall'altra Mirosa Servidati esce dal gruppo sbattendo la porta

L’apparentamento tra Romualdo Natali, candidato sindaco del centrodestra, e Luciano Dehò, supportato da due liste civiche, non è piaciuto proprio a tutti. I due esponenti sperano possa dare la spinta decisiva per battere al ballottaggio di domenica 9 giugno il sindaco uscente Sebastian Nicoli, ma all’interno dei due schieramenti diventati coalizione si è alzato un vero e proprio polverone.

“Io e il mio gruppo abbiamo espresso sin da subito il nostro dissenso su questo apparentamento – spiega Enrico Pagliarini di Fratelli d’Italia -, e siamo ancor più convinti della scelta fatta dopo aver letto le dichiarazioni di Dehò una volta ufficializzato l’accordo: diceva di poter decidere lui chi far perdere e, soprattutto, annunciava di aver atteso fino all’ultimo una chiamata dal centrosinistra. Parole fuori luogo e fastidiose. Per quel che ci riguarda Dehò è troppo civico e ha un passato politico che non ci piace”.

“Dovesse vincere il centrodestra noi ci chiameremo fuori comunque – continua Pagliarini -, perché Fratelli d’Italia non vuole aver nulla a che fare con quello che potrebbe nascere da questo apparentamento. Fino a domenica 9 giugno resteremo comunque coerenti con la parola data alla coalizione”.

Qualcuno anche in Forza Italia non ha digerito la scelta di Natali, tanto che Pietro Bisighini, storico coordinatore del partito nella Bassa, martedì 4 giugno ha consegnato le dimissioni dopo quasi 50 anni di militanza, parlando di “giochi personali” e di “mancato rispetto delle regole e riconoscimento di ruoli”.

La tempesta non si è abbattuta solo in casa Natali ma anche su Luciano Dehò, con la capogruppo della lista Romano Civica Mirosa Servidati che ha rinnegato l’accordo: “Si è svolta una votazione in modo democratico per decidere in merito all’apparentamento – ha rivelato lo storico segretario provinciale del Pd – ho deciso di votare contro perché per la mia storia, i miei valori e i miei principi non posso accettare un apparentamento con la Lega”.

“Si tratta di una questione di valori e di principi, non di persone – continua Servidati -. Ho quindi deciso di dissociarmi da questa scelta, perché non posso ne avallarla ne sostenerla. Dissociandomi la mia campagna elettorale termina qui. Avevo già anticipato che con queste elezioni avrei chiuso la mia ‘stagione politica’, con questo atto – ha concluso Servidati – ho anticipato la mia scelta perché non ho intenzione di concludere la mia carriera politica barattando i miei valori”.

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