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Lo sguardo di beppe

Dopo il voto e la campagna infinita, è ora di governare

Sblocca cantieri, autonomia differenziata, flat tax dividono gli alleati a palazzo Chigi, ma non è più tempo di deroghe

Chi ha vinto la tornata elettorale? Potrebbe sembrare una domanda inutile e provocatoria, ma forse non lo è.

Per quello che riguarda Bergamo, ad esempio, la Lega non ha vinto, nonostante l’effetto di trascinamento della valanga Matteo Salvini. Sul territorio nazionale, i numeri danno la vittoria a Salvini. Son più propenso a credere che il Capitano, con la semina scientifica di paure e di promesse difficili, quando non impossibili da mantenere, abbia avuto consensi personali non attribuibili alla Lega come formazione politica.

La monomania ossessiva dell’immigrazione ha fatto breccia nella gente, scossa già da altri problemi quali la disoccupazione, la vita grama che tanti nuclei familiari oggi vivono, il costo della vita e così via.

Seguendo l’indice puntato del condottiero leghista, la colpa di tutto questo è stata imputata in parte alla cattiva gestione dei governi precedenti e in gran parte “all’invasione” dei migranti. Nulla di più falso, ma non mi soffermo su questo argomento perché ne han già parlato a iosa tutti i media. Tematiche come queste, unite a promesse di soluzioni difficili da attuare e spesso dai risultati controversi quando sono applicate, vedi quota cento e reddito di cittadinanza, hanno fatto sì che la gente abbia seguito il nuovo salvatore Matteo che dal giorno della sua nomina a Ministro ha disertato il ministero per far campagna elettorale, conscio del fatto che su queste poche tematiche avrebbe avuto un consistente successo.

Giocare sulle paure può produrre risultati utili nel breve periodo, ma nel medio e nel lungo termine, quando la gente avrà realizzato che non era l’immigrato il problema della nazione ma ben altro, quando sarà certificata l’opinabilità del fatto che per ogni quota cento attuata si sarebbero creati due o tre posti di lavoro, che le accise sui carburanti sarebbero state spazzate via mentre, al contrario, sono rimaste intatte, anzi, sono lievitate per l’aumentato costo degli stessi carburanti, che la tanto sbandierata flat tax avrebbe giocato il ruolo di apripista del nuovo miracolo economico mentre, in realtà, necessita di una verifica di costituzionalità per poter essere attuata, che succederà?

La costituzione afferma a chiare lettere che l’imposizione fiscale deve rispettare il criterio della proporzionalità del reddito. Ora si inizia a pensare di modificare il concetto che sottosta alla flat tax. Si inizierà a farne beneficiare le famiglie e qualche altra realtà non ben definita. Viene spontaneo domandarsi se ancora una volta saranno i pensionati gli esclusi da questa misura, ma prima di esprimere giudizi avventati, attendiamo che la “cosa indefinita” prenda corpo.

Intanto, vincitori e vinti si arrabattano a tenere in vita il cadavere ormai decomposto del governo delle risse e delle ripicche. Ora, il premier di fatto, Salvini, detta gli
ultimatum e chiede l’approvazione urgente di sei provvedimenti ai pentastellati. Se costoro cincischieranno o non daranno la loro approvazione alle proposte della Lega,
il governo terminerà di dare il quotidiano spettacolo rissaiolo al quale ci ha abituato da troppo tempo e si scioglierà.

Il voto espresso sulla piattaforma Rousseau ha salvato Luigi Di Maio dalla responsabilità del disastro elettorale e all’apparenza, il governo sembra ricompattato. C’è però un piccolo dettaglio da considerare. Qual è stata la vera causa del dimezzamento dei consensi dei 5 Stelle? Non è forse che la base si è rifiutata di condividere una politica asservita in molti casi all’ideologia leghista che sta agli antipodi del pensiero pentastellato? Credo proprio che il problema sia di questo genere. E continuare la navigazione a vista su un vascello alla cui guida c’è capitan Salvini non produrrà certo il recupero dei consensi persi.

Le dichiarazioni del nocchiero non si sono fatte attendere e non necessitano di particolare acume per interpretarle. “O si approvano le proposte leghiste, congelate da tempo, o si va a casa.” Il nuovo collante che tiene insieme questi due raggruppamenti è il fatto che in caso di caduta del governo, il prossimo esecutivo sarà pronto ad agire proprio in coincidenza della presentazione del DEF. E qui saremo tutti curiosi di vedere dove si troveranno le risorse per evitare l’aumento dell’IVA e per l’attuazione della flat tax, impropriamente definita tale, perché se non rispetterà i criteri di proporzionalità, non sarà applicabile senza una modifica costituzionale.

Per ora, tutto tace. Lo sblocca cantieri è la prima misura urgente che il governo intende attuare e, tra questi cantieri, i leghisti vorranno vedere anche la Torino – Lione, che rappresenta il collegamento con il corridoio 5, la via maestra che attraverserà tutta l’Europa.

Il nord, poi, attende l’approvazione “dell’autonomia differenziata”, fino ad oggi frenata dai grillini nel timore che si crei un’Italia a due velocità. Forse costoro non considerano il fatto che l’Italia è già da decenni, se non da sempre, una nazione che marcia a due velocità.

Problemi non da poco, destinati a vedere di nuovo le due componenti del governo contrapposte per la diversa visione che caratterizza la gestione dei problemi da risolvere. Riusciranno i nostri eroi a marciare compatti nella direzione del benessere collettivo del paese, da Nord a Sud e a restare compatti per l’intera durata della legislatura? Nemmeno l’indovino Tiresia azzarderebbe un pronostico.

Si sa, non nascondiamocelo, che il Nord non gradisce alcuni provvedimenti che vanno a favorire un Sud che nell’immaginario collettivo “dell’Homo Nordicus” non produce altro che problemi e debiti da ripianare. E dall’altra parte, i Pentastellati con un’idea di base sostanzialmente vetero-comunista che punta all’uguaglianza di tutti di fronte alla ricchezza, potrebbero eccepire e variare il procedimento che sancirà l’autonomia differenziata. Lo vedremo.

Per dare il giusto tributo all’onestà intellettuale, ammetto che ritengo buono ed utile il provvedimento chiamato impropriamente “flat tax” perché se attuato con la dovuta progressività, provocherà l’aumento della massa di denaro in circolazione con conseguente aumento del gettito fiscale e quindi con maggiori disponibilità del governo da dedicare alla promozione di investimenti nei differenti settori. Potrebbe essere l’occasione buona per incrementare i fondi dedicati alla ricerca, all’istruzione, alla promozione delle eccellenze di casa nostra per trattenerle e non regalarle ad altre nazioni.

Sarebbe tempo di valutare quanto l’investimento nel capitale umano dei nostri giovani, tra i quali non mancano le eccellenze, potrebbe giovare al PIL. Onde evitare che tutti coloro che osservano con occhio critico la situazione attuale siano assimilati ai gufi, nobili rapaci delle nostre terre, mi piacerebbe poter constatare, in un giorno non lontano, che il governo, compatibilmente con le risorse disponibili e senza incremento ulteriore del debito, abbia intrapreso una strada apportatrice di un benessere diffuso e di serenità per tanta gente che si arrabatta alla meglio per sbarcare il lunario.

Intanto la pentola del governo bolle e se si solleva il coperchio, si può trovare qualsiasi sorpresa.

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