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La sentenza

Moglie violentata e figli maltrattati: 40enne condannato a 7 anni

Si è chiuso così il processo per una triste vicenda familiare che arriva da un paese della Bassa

Violenza sessuale, maltrattamenti nei confronti della moglie e ai danni dei figli gemelli, un maschio e una femmina, oggi 14enni. Con queste gravi accuse un 40enne albanese, incensurato, residente nella Bassa Bergamasca, mercoledì 29 maggio è stato condannato a sette anni di carcere. Una volta scontata la pena, poi, sarà sottoposto alla misura di sicurezza e dovrà comunicare alle forze dell’ordine dove sarà la sua dimora e i suoi eventuali spostamenti, in modo da essere tenuto costantemente sotto controllo. Una misura speciale che si applica ai soggetti ritenuti pericolosi.

Si è chiuso con questa sentenza il processo per una triste vicenda familiare che arriva da un paese della Bassa. L’uomo, di professione corriere, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, per dieci anni, dal 2008 al 2018, ha violentato più volte la moglie, una sua connazionale di un anno più giovane, costringendola ad avere rapporti sessuali, l’ha picchiata, maltrattata e minacciata di morte. E in più occasioni, ha minacciato e maltrattato anche i figli.

La vicenda era venuta alla luce solo nel giugno dello scorso anno, in seguito alla denuncia presentata dalla consorte. Da dieci anni suo marito, troppo geloso, l’aveva costretta a vivere in un incubo fatto di violenza, verbale e fisica. Le impediva persino usare il cellulare e di uscire di casa senza il suo consenso. I maltrattamenti nei confronti dei figli, invece, sono iniziati nel 2012, quando avevano appena 8 anni, e sono collegati, stando alle contestazioni, sempre alla forte gelosia verso la donna.

Dopo la denuncia e la relativa inchiesta, il 6 settembre scorso l’uomo era stato arrestato e da allora si trova rinchiuso nella casa circondariale di Bergamo. Dove rimarrà per sette anni, come stabilito dal collegio giudicante del tribunale di Bergamo, presieduto dal giudice Giovanni Petillo. Accolta la richiesta del pubblico ministero Gianluigi Dettori. Il difensore dell’albanese, l’avvocato Stefania Russo, aveva chiesto l’assoluzione, sottolineando l’inattendibilità della moglie.

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