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Take care

L'intervista

Congiuntivite cronica, l’oculista: “Un’allergia tipica della primavera”

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle allergie più frequenti nel periodo primaverile. Abbiamo chiesto aiuto al dottor Mauro Carrara, oculista di Habilita.

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle allergie più frequenti nel periodo primaverile. Settimana scorsa avevamo parlato con l’otorinolaringoiatra della rinite allergica. Questa settimana parliamo invece con l’oculista per capire quali sono le patologie più ricorrenti in questo periodo dell’anno.

Mauro Carrara

Abbiamo chiesto aiuto al dottor Mauro Carrara, oculista di Habilita. “Nel periodo primaverile-estivo – spiega il dottor Carrara – esiste una prevalenza di forme di congiuntivite che, nel 50% dei casi, sono legate ad un’ipersensibilità alle immunoglobuline E, per cui c’è una risposta agli allergeni con liberazione di istamina dalle cellule mastocitarie. In questi casi, nel periodo primaverile-estivo, fino agli inizi dell’autunno, con la normale fioritura delle graminacee, dell’ambrosia e delle betulacee c’è quindi una maggiore risposta infiammatoria a questi allergeni”.

Quali sono i sintomi più frequenti?

“I sintomi abbastanza comuni sono: il bruciore, il prurito, la lacrimazione, la fotofobia (il fastidio alla luce intensa) e un edema più o meno importante. Nelle forme acute, non particolarmente frequenti (10/15% del totale delle forme allergiche) è presente un edema importante: però queste forme possono paradossalmente anche risolversi senza terapia in quanto sono legate ad una esposizione massiccia agli allergeni. Le forme croniche sono invece quelle più frequenti e impattanti in quanto provocano un fastidio continuo. A volte tendono infatti a proseguire anche oltre il periodo primaverile/estivo e i sintomi sono più o meno gli stessi dei casi acuti, anche se meno eclatanti. Per questo motivo si possono confondere con altre forme di irritazione dell’occhio”.

Quali terapie si possono adottare?

“La terapia che si adotta in questi casi – prosegue il dottor Carrara – consiste in primo luogo nel ridurre, ove possibile, il contatto allergenico. Se, ad esempio, si conosce il tipo di fioritura a cui si è allergici, è necessario evitare un’esposizione continuativa alle alte concentrazioni dei pollini che provocano la reazione dei nostri occhi. Un altro intervento utile è quello di proteggersi utilizzando l’occhiale che riduce l’esposizione della mucosa che, a livello oculare, è direttamente esposta all’ambiente. Io consiglio inoltre l’utilizzo di lacrime artificiali che aiutano a fare una pulizia degli allergeni fornendo un parziale comfort. Poi per le forme specifiche delle congiuntiviti allergiche si possono utilizzare dei medicinali antistaminici di vario tipo, a seconda delle caratteristiche del singolo caso. Nei casi più gravi, in cui fosse presente anche un interessamento corneale, è possibile considerare anche dei cortisonici e degli immunosoppressori come la ciclosporina”.

In ogni caso la visita oculistica resta un momento fondamentale. “Esatto – conclude il dottor Carrara –. La visita oculistica è fondamentale in quanto, grazie all’utilizzo del microscopio (con la lampada a fessura), consente di vedere con chiarezza il quadro clinico caratteristico delle congiuntiviti connotato da una ipertrofia papillare più o meno estesa, quindi un aspetto della congiuntiva tarsale, a volte anche bulbare, che è tipico delle forme allergiche. Proprio per questo motivo una visita dall’oculista consente di avere la certezza di questo tipo di patologia”.

Habilita

Per info o prenotazioni
T 035 4815515
habilita.it

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