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Il voto

26 maggio: non solo la città, pensiamo in grande, non dimentichiamo l’Europa

Si è parlato e scritto molto, vero. Ma di Europa, forse, troppo poco

Il tempo è scaduto, ora è tutto in mano dei cittadini che entro le 23 devono recarsi ai seggi per segnare quella X che deciderà il nuovo sindaco di Bergamo o che decreterà un secondo appuntamento, il 9 giugno per il ballottaggio.

Negli ultimi mesi si è parlato tanto del voto, dei candidati, dei programmi, delle liste. Non c’è stato giorno che la stampa o i social non parlassero d’elezioni, eppure, ci sarà sicuramente qualche indeciso che ancora non sa quale sindaco votare e che, davanti alla scheda grigia per le elezioni europee, non ha idea di quale scelta fare, decidendo, forse, di non farlo.

Si è parlato e scritto molto, vero. Ma di Europa, forse, troppo poco. Certo, è più facile pensare a livello locale e, quindi, decidere quale sia il sindaco migliore per la propria città, per il proprio piccolo mondo: ma il 26 maggio dobbiamo sforzarci di pensare in grande, oltre i confini della propria casa, guardando verso qualcosa di molto più lontano da noi, ma che ci riguarda tutti e con cui tutti i giorni facciamo i conti.

Come in tutte le elezioni, anche nelle  europee votare significa scegliere il proprio futuro. Perché, dunque, votare per l’UE?

Perché il tuo voto influisce sulle decisioni prese dal Parlamento europeo su questioni che riguardano la tua vita quotidiana. Il Parlamento Europeo è l’organo che detiene il potere legislativo dell’Unione insieme al Consiglio dell’UE, quello in cui siedono i rappresentanti del governo di ciascuno stato. Nonostante la sua attività legislativa sia talvolta poco visibile, si occupa di dossier importantissimi come accordi commerciali, vincoli contro l’inquinamento, bilancio dell’Unione e molto altro ancora. Votando, deciderai da chi saranno prese queste decisioni e quale significato avranno per il tipo di mondo in cui desideri vivere. Non votando, non avrai voce in capitolo.

Lunedì mattina (27 maggio) avremo un quadro completo di come sarà andato il voto in tutta l’Unione, ma saremo solo all’inizio. Martedì 28 si terrà una riunione informale del Consiglio Europeo per valutare l’esito delle elezioni e iniziare a discutere dei candidati alle più alte cariche istituzionali. Entro mercoledì 29 sapremo invece quali candidati italiani entreranno o meno al Parlamento Europeo: ci vuole così tanto per via del complicato sistema delle preferenze da scrivere a mano, unico in Europa. Il 2 luglio si terrà la prima sessione del nuovo Parlamento, il cui compito sarà soprattutto eleggere il nuovo presidente. Il processo di nomina del nuovo presidente della Commissione, invece, dovrebbe iniziare ad ottobre.

Questa volta non basta limitarsi a sperare in un futuro migliore. Questa volta ciascuno di noi può assumersi la responsabilità e scegliere il proprio futuro.

“Sii il mutamento che vorresti vedere nel mondo”, affermava Gandhi: ci è stata la possibilità di essere protagonisti di questo cambiamento attraverso il voto, perché sprecarla?

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