Il Consiglio di Stato ha rigettato la sospensiva delle compagnie telefoniche presentate da Vodafone, Wind Tre e Fastweb sui rimborsi per la vicenda delle bollette a 28 giorni che comporta un riconoscimento dei giorni ridotti e le ha invitate a predisporre un piano per i rimborsi scaglionato.
Si stringe il cerchio intorno alle compagnie telefoniche e anche gli ultimi tentativi fatti dalle compagnie telefoniche si stanno rilevando inutili.
Le compagnie stanno già presentando però dei piani alternativi di rimborso sotto forma di servizi.
I consumatori sono liberi di accettarli, ma devono verificare se sono effettivamente convenienti e conformi alle linee guida dell’Agcom. In ogni caso resta salvo il diritto del consumatore di avere il rimborso in fattura.
La telenovela delle fatturazioni a 28 giorni è una vicenda che si trascina da da giugno 2017 a fine marzo 2018, equivalente a quasi un mese di canone (per chi ha un abbonamento attivo da giugno o da prima, come nella maggior parte dei casi). Non sono soldi indietro ma lo spostamento dell’addebito in avanti per un corrispondente numero di giorni (equivale quindi a usare gratis il servizio).
I consumatori attendono i rimborsi cui hanno diritto, le aziende telefoniche farebbero bene ad abbandonare la strada dei ricorsi e contro-ricorsi, riconoscendo gli indennizzi agli utenti così come stabilito a suo tempo dall’Agcom.
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